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Nel 2024 stanziati 30,5 miliardi di dollari per ricerca e innovazione

La campagna ‘Fianco a fianco’ si presenta come un manifesto di virtù di Msd, che promette collaborazioni esemplari per sostenere i pazienti affetti da carcinoma renale, come se l’idea di un sistema sanitario efficiente fosse un merito esclusivo. Ma cosa c’è di nuovo davvero in queste belle parole? L’impegno di Msd sarebbe lodevole, se non fosse che il 51% delle risorse, ovvero 30,5 miliardi di dollari, è un investimento che lascia un sapore amaro quando si considera che la sanità continua a essere un terreno minato per molti.
Come ha sottolineato Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd Italia, “un’innovazione che resta chiusa in un cassetto è un’innovazione inutile.” Ma allora, ci si chiede, cos’ha fatto Msd per assicurarsi che questa innovazione arrivi veramente ai pazienti che ne hanno bisogno? Intanto, si assiste a una serie di campagne promozionali che sembrano più mirate a ‘mettere la faccia’ sulla questione, anziché a risolverla.
Ho bisogno di salute, non di slogan
La verità è che le belle dichiarazioni si scontrano con una dura realtà: i bisogni di salute rimangono in gran parte inascoltati. Mentre in altri paesi i sistemi sanitari riescono a dare priorità all’accesso alle cure, qui ci si affida a eventi come quello tenutosi a Roma, che servono prevalentemente a riempire sala e microfoni, piuttosto che a risolvere problemi tangibili.
La collaborazione tra le varie parti interessate viene elogiata, ma spesso è un modo per mascherare l’inefficienza. I promettenti « attori » del settore sembrano girare in cerchio, mentre i pazienti esperiscono non solo il dolore della malattia, ma anche quello dell’inefficienza burocratica. E la corretta informazione? Si dà per scontato che i pazienti siano ben informati, ma quanto davvero è stata fatta per garantirne l’accesso?
Una campagna senza fine, sul serio?
C’è da chiedersi se questa campagna promossa da Msd, insieme alla Società italiana di urologia e a Anture, abbia realmente un impatto. Non saranno forse le parole a tenere in vita la speranza, mentre nel concreto si fa poco?
In tutto ciò, rimane il rammarico di un’incredibile capacità di fallire nel trasformare promesse in fatti. Quanto tempo passerà prima che si inizi a vedere il vero cambiamento? E, soprattutto, chi è disposto a scommettere che queste parole non si dissolveranno nel nulla, come è già successo troppe volte in passato?
Se solo ci fosse maggiore responsabilità, una vera trasformazione è possibile. Ma chi vuole affrontare la realtà di un sistema che troppo spesso tradisce le attese? Per ora, non resta che sperare che questo siano più di semplici slogan e che la salute finalmente venga messa al centro, con azioni concrete e non solo buone intenzioni. Ma chissà, forse l’idea di una riforma effettiva è solo un sogno lontano.