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Hermès: fatturato del primo trimestre raggiunge 4,1 miliardi con un incremento del 7%

Solo due giorni fa, Hermès ha rivendicato il titolo di maison del lusso più preziosa al mondo, sorpassando per poco il colossale gruppo LVMH. Ma, poiché la vita non si ferma ai titoli e alle capitalizzazioni, i dati finanziari del primo trimestre 2025 rivelano un quadro un po’ più complicato e meno splendente. L’azienda ha riportato un fatturato di 4,129 miliardi di euro, con un incremento del **9%** a cambi correnti e del **7%** a cambi costanti, rispetto ai **3,805 miliardi** dello stesso periodo dell’anno precedente. Curiosamente, mentre si gioisce per questa crescita, si distribuiscono oltre **500 milioni di euro** ai dipendenti come partecipazione agli utili. Una benevolenza che suona quasi come un modo per coprire il malumore di una borsa in caduta libera: il titolo Hermès, infatti, ha perso più del **2%** dopo risultati che, seppur conformi alle attese, non hanno scaldato gli animi degli investitori.
Ma i fondamentali sono davvero così solidi?
In un “contesto geopolitico ed economico complesso” — una frasetta che ormai suona come un mantra per i leader aziendali, dimenticando le promesse di eccellenza e innovazione — il presidente esecutivo Axel Dumas si compiace di una crescita delle vendite, fornendo una dose di fiducia a chi ancora desidera crederci. “Qualità senza compromessi” e “creatività al centro di ogni sviluppo” sembrano slogan accattivanti, ma la verità è che, dietro la semplicità delle parole, ci sono dinamiche molto più intricate. In effetti, la crescita del fatturato è stata tirata su da un incremento del budget dei clienti, piuttosto che da reali innovazioni.
La crescita è uniforme o selettiva?
La maison nota per la Birkin e la Kelly ha visto un miglioramento nel fatturato in ogni area geografica, con l’Asia che ha ovviamente recitato la parte del leone — come sempre. Nella regione asiatica, il fatturato ha raggiunto **2,392 miliardi di euro**, un aumento del **5%** da un anno all’altro, spinto principalmente da un incredibile +**17%** in Giappone. L’Europa, d’altro canto, si è “accontentata” di un incremento a doppia cifra, segnalando che ciò che è considerato straordinario in un angolo del mondo è la norma per altri.
Le Americhe hanno contribuito con un +**11%**, ma chissà se queste statistiche nascondano una vera e propria espansione o se siano solo il frutto di una percezione ottimistica. I “crescitori” chiave, che trainano i ricavi, sono due categorie: pelletteria e selleria, che sono il cuore pulsante di Hermès. Un semplice +**10%** non è poi così impressionante, considerando che anche i gioielli e la seta stanno crescendo, mentre il segmento profumi sembra aver dimenticato la strada per il successo.
Una crescita “sostenibile” o effimera?
Eppure, l’orologeria, un tempo fiore all’occhiello, segna un preoccupante calo del **10%** nei ricavi, svelando che non storicizzare tutto il resto dei segmenti è la vera sfida. Non possiamo fare a meno di chiederci: questa era la grande effervescenza promessa? La crescita dei profitti nasconde una realtà di inefficienza, dove il buttero di Hermès sembra non sapere più da che parte andare.
Se gli altri paesi sono in grado di gestire questi segmenti di mercato con maggiore grazia, perché Hermès continua a dare l’impressione di barcollare? La verità è che, tra i proclami di meravigliosa prosperità e un calo nei settori chiave, il delicato equilibrio tra l’abbondanza e le crisi iniziano a scricchiolare. Man mano che ci muoviamo verso il futuro, ci ritroviamo a chiedere: quali sarebbero le soluzioni per un’azienda che sembra oscillare tra successi apparenti e fallimenti striscianti? Magari una rivisitazione dello stile di gestione, o una vera e propria rinascita da un punto di vista creativo. Ma, da ciò che si evince, i “grandi” sembrano più abili nel parlare che nell’agire. E nel mentre, la stella del lusso continua a brillar meno di quanto si veda…