Il superfestivo di maggio: guai a sperare in una busta paga più gonfia!

Ah, il primo maggio, quel giorno magico in cui siamo tutti invitati a celebrare i diritti dei lavoratori… tranne coloro che, beh, lavorano. Ma non temete! I settori più “essenziali” come commercio, turismo, pubblica sicurezza e sanità scendono in campo, come un esercito di martiri moderni, pronti a timbrare il cartellino mentre gli altri si godono il picnic.

Per comprendere le meraviglie della busta paga in un giorno così festivo, Adnkronos/Labitalia ha deciso di consultare il grande pensatore del settore, Celestino Bottoni, presidente dell’Associazione nazionale consulenti tributari. Il suo primo assioma? “In base al contratto collettivo, è possibile lavorare nei giorni festivi e ci sono delle maggiorazioni”. Un concetto affascinante, non c’è che dire!

Secondo Bottoni, il dipendente deve esprimere la propria disponibilità e il datore di lavoro, di gran cuore, predisporrà il servizio per quel giorno festivo. E indovinate un po’? Ci sarà un indennizzo! Ma aspettate… non illudetevi troppo! Perché, come ci insegna la saggezza dei contabili, “Essendo una remunerazione, è soggetta a tassazione”. Davvero un colpo di scena!

Quindi, per tutti quelli che pensavano di guadagnare di più lavorando il primo maggio, ecco la triste verità: sia la busta paga di base che quella per straordinari saranno pesantemente tassate. Insomma, lavorare il primo maggio è un po’ come fare un extra in un ristorante, solo che invece di un buon pasto, si riceverà un’altra bella fetta di tasse. Ma si sa, chi ama il proprio lavoro non baderebbe mai a queste piccole cose, giusto?