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Altograno sfodera Chicco, il nuovo avatar che ‘conversa’ con i consumatori, ma chi se ne frega?

Nella sede di Microsoft Italia, durante Tuttofood, Altograno ha presentato una “rivoluzione tecnologica” nel proprio settore: un certo Federico, affettuosamente soprannominato Chicco, che altro non è che un avatar interattivo. Questo piccolo fenomeno è in grado di “dialogare” con i consumatori impegnati nel loro duro compito di riflettere sulla scelta della farina. Chi non desiderava parlare con un avatar, vero?
“L’idea”, spiega il grande Graziano Stasi, boss di Altograno in Casillo, “nasce dal grado di innovazione del prodotto che vogliamo spiegare.” E certo, perché cosa c’è di più innovativo delle farine, già stravaganti di per sé? Altograno si fa portavoce di una nuova categoria merceologica nel mondo degli sfarinati. Riuscite a contener il vostro entusiasmo? La loro missione è allargare e innovare il concetto di farina, utilizzando delle “parti del chicco” per “ribilanciare la tabella nutrizionale”. Mai visto prima, eh? Più proteine, meno carboidrati! Chi lo avrebbe mai pensato?
La “natura innovativa e rivoluzionaria” del prodotto si fonda su un marketing che, a quanto pare, è buono solo se è basato sugli ingredienti-brand. Fantastico! Così, mentre i partner ricevono un ingrediente pubblicizzato su un packaging progettato ad hoc, Graziano si sente in dovere di dotarli di uno strumento che spieghi cosa sia effettivamente il grano. Sì, proprio ciò di cui hanno bisogno, perché chissà quante domande si pongono su come sia “ottenuto” e perché sia “differente” dalle farine normali o integrali. Avete già afferrato il concetto? No? Bene, continuate a leggere!
“Abbiamo quindi deciso”, sottolinea Graziano, “di sviluppare un agente e non un semplice chatbot”. Certo, un chatbot può anche goder di una vita di relax. Le controparti, pipistrelli vegani dell’era moderna, sono chef artigiani, consumatori salutisti, nutrizionisti e chiaramente sportivi. Sì, perché chi meglio di loro ha bisogno di un messaggero virtuale quando possono semplicemente leggere un’etichetta? Altograno non scende a compromessi; necessitano di uno strumento scalabile che parli più lingue. Non per indirizzare la gente verso le loro scelte alimentari, ovviamente, ma per “veicolare nella maniera più corretta” tutta la loro sapienza. Immaginate che ironia!
Sembrerebbe che, considerando l’uso sempre più frequente dell’intelligenza artificiale generativa, ci sia anche una necessità di uno strumento al passo coi tempi. Chiaramente, un avatar virtuale è la risposta a questa sofisticata ricerca del sapere. Non c’è niente di meglio, no?