Notizie
Il nostro consorzio: un esempio di eccellenza mondiale o solo un gioco di parole?

Ah, il buon vecchio Made in Italy, sempre in cima ai pensieri di tutti! E chi meglio di Riccardo Piunti, presidente del Conou, per dirci che il vero segreto non è solo la tecnologia, ma l’incredibile “modello” italiano? Secondo lui, il Consorzio degli oli minerali è un faro di speranza per l’intera Europa. Chissà, forse è proprio per questo che paesi come l’India si sono messi in fila per sorbirsi le nostre lezioni? Perché, cari amici, il nostro “modello” è l’apice dell’organizzazione e della gestione delle risorse. Non si può negare, è tutto molto… affascinante, vero?
Ma, attenzione! Piunti non si ferma qui. Egli lamenta che la normativa europea ha fatto poco per noi. Oh, il dramma! Ma non temete, perché grazie alla normativa italiana abbiamo le basi solide! Certo, abbiamo dovuto combattere come dei guerrieri per difenderle. E chi ha bisogno di leggi che funzionano, quando hai tabelle di controllo in ingresso e in uscita? È come avere un GPS ma non sapere dove vuoi andare.
La perla della saggezza di Piunti arriva quando dichiara che “se il prodotto rigenerato non ha qualità buona, non funziona”. Oh, davvero? E che dire della circolarità, la quale si interrompe presso la minima imperfezione? Ma come siamo messi! Se il costo dell’olio rigenerato supera la soglia dell’assurdo e non c’è un meccanismo interno – come quello “fantastico” che possediamo – allora, sì, l’economia circolare diventa solo un sogno. Lì, nel regno delle meraviglie!
Parliamo dei numeri, poi! Il Consorzio raccoglie ben 180mila tonnellate di oli minerali usati all’anno. O almeno, così dicono. E attenzione, queste vengono raccolte in ben 103mila punti diversi in Italia! Un lavoro encomiabile, non c’è che dire. Solo un misero 1,5% va scartato. Pensate un po’ all’olio contaminato che sfida le leggi della rigenerazione! Certo, ci fa sentire meglio sapere che le basi lubrificanti prodotte valgono un terzo del mercato italiano. Bravo, Piunti, con questi risultati, chi ha bisogno di olio vergine?
Infine, in modo quasi teatrale, Piunti ci lascia con quest’urlo liberatorio: “nessuno sa se nel motore della sua macchina c’è olio rigenerato o no”. Bellissima conclusione! Perché, diciamocelo, chi ha mai avuto interesse a sapere cosa c’è veramente nel proprio motore, no?