Collegati con noi:

Notizie

Fibercop torna indietro di vent’anni e distrugge lo smart working: protesta dei sindacati

Fibercop torna indietro di vent’anni e distrugge lo smart working: protesta dei sindacati

La decisione di Fibercop di cancellare unilateralmente l’accordo sindacale sullo smart working non è solo una retromarcia gestionale: è un salto nel buio. Dopo aver beneficiato per anni di un modello flessibile 40% in presenza e 60% da remoto, l’azienda ha imposto dal 3 giugno un rientro forzato in sede per 4 giorni alla settimana, tagliando anche la possibilità di lavorare totalmente da remoto per chi soffre di gravi patologie. Un gesto che grida disumanità e incompetenza manageriale.

Crisi aziendale e leadership evaporata

Non bastava una cessione di ramo mal gestita, né un Amministratore Delegato che abbandona dopo soli sei mesi. Fibercop oggi è una nave senza timone, priva di un piano industriale e immersa in una desertificazione strategica. Il risultato? Competenze professionali che si stanno sgretolando e una forza lavoro lasciata allo sbando, in preda a decisioni scellerate che stanno generando dramma sociale nel sistema degli appalti.

La risposta dei lavoratori: scioperi e presidi

La reazione è stata immediata. Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno lanciato lo stato di agitazione, promosso presìdi e indetto scioperi. La partecipazione massiccia dimostra quanto il tema del lavoro agile sia centrale e quanto questa azienda sia oggi scollegata dalla realtà. Come ha dichiarato Daniele Carchidi, “un solo giorno a settimana di smart working è una presa in giro, una cancellazione improvvisa di quanto di buono costruito in cinque anni di contrattazione.”

Distruzione del clima interno

Invece di affrontare problemi cruciali – come il vuoto di direzione strategica o la crisi degli appalti – Fibercop decide di concentrarsi sul peggiorare la vita dei suoi dipendenti. Il risultato? Un clima aziendale tossico, dove motivazione e fiducia vengono erose giorno dopo giorno. Per un’azienda che dovrebbe essere motore dell’innovazione nelle telecomunicazioni, questa gestione è un autentico fallimento culturale.

La vera urgenza? Un piano industriale, non il cartellino in sede

Fibercop ha davanti a sé una sfida enorme: definire finalmente una visione industriale, uscire dalla nebbia strategica e diventare ciò che dovrebbe essere – un pilastro del settore TLC. Invece, resta ancorata a logiche del passato, sorda al cambiamento, ostile alla conciliazione tra vita e lavoro. Sperare in un cambio di rotta è il minimo. Pretenderlo, è ormai necessario.

Continue Reading

Le foto presenti su Lasconfitta.com sono state in larga parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione - indirizzo e-mail redazione@lasconfitta.com , che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.