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Ecco New Codere Training: la rivoluzionaria trovata per addestrare gli eroi del gioco legale senza muoversi dal divano

Ecco New Codere Training: la rivoluzionaria trovata per addestrare gli eroi del gioco legale senza muoversi dal divano
New Codere Training, la piattaforma che finge di risolvere il problema del gioco d’azzardo

Arriva New Codere Training, un nome che fa subito pensare a qualcosa di rivoluzionario, ed è invece soltanto l’ennesima piattaforma online creata dal concessionario Codere per i suoi operatori di gioco legale sparsi nelle sale gestite direttamente o da terzi. Questo “innovativo” strumento digitale, presentato con gran pompa a Roma nel solito Palazzo dell’Informazione, promette di formare chi opera nel settore attraverso moduli online per insegnare loro come riconoscere e gestire il ben noto mostro chiamato gioco d’azzardo patologico.

Il signor Alejandro Pascual, Regional Manager Europa e Country Manager di Codere Italia, non nasconde la sua soddisfazione: dieci anni dopo la prima versione, eccoci qua con uno strumento “rinnovato, valido e accessibile”. In un contesto normativo che sembra scritto più per confondere che per chiarire, la formazione rappresenterebbe, secondo lui, la sacra via per proteggere i giocatori e combattere l’illegalità. Ovviamente, il proibizionismo è bollato come risposta inutile – si parla di equilibrio, responsabilità e supporto per i vulnerabili, mentre la piattaforma serve a confermare l’impegno di Codere per un gioco legale, sicuro e sostenibile. Insomma, la fiamma della saggezza aziendale che ci illumina tutti.

Elisabetta Poso, direttrice dell’Ufficio Apparecchi da Intrattenimento dell’Agenzia Dogane e Monopoli, entra nel merito con la solita retorica: la legalizzazione dovrebbe garantire “presidio di legalità”, introiti per lo Stato e protezione per i giocatori. Peccato che il proibizionismo – così ci ricorda – non abbia mai funzionato, ma abbia semmai spianato la strada all’illegalità. Dunque la sfida è un “approccio equilibrato”, un’equazione semplice ma mai risolta, che tenga conto dei “bisogni delle persone”. Per piacere, prendete nota: i concessionari sono “estensione dello Stato”, anzi i santi paladini del gioco sano e responsabile, e come tali devono formare gli operatori perché l’intrattenimento resti controllato. Insomma, la formazione non è importante, è urgente e imprescindibile.

Quando una platea di operatori, funzionari e sanitari si mette insieme, si sente il dovere di ribadire che la collaborazione tra operatori sanitari e quelli del gioco non è una battaglia campale, ma una romantica alleanza per la prevenzione e la tutela. La direttrice del Dipartimento Dipendenze della ASL Salerno, Antonietta Grandinetti, ci consola: la formazione degli operatori delle sale giochi è “centrale”, perché solo chi sa riconoscere i segnali di disagio può indirizzare i giocatori verso un supporto “adeguato”. L’esperienza fatta con Codere a Salerno sembrerebbe testimoniare che questa strada è quella giusta. Magia della burocrazia e degli slogan: avere operatori formati e consapevoli deve essere la soluzione definitiva, o almeno la versione moderna del cerotto sulla piaga incurabile del gioco d’azzardo patologico.

Ah, la sofisticata arte del “gioco responsabile”, finalmente declinata in una serie formativa con episodi stile Netflix. Perché, diciamocelo, cosa c’è di meglio che trasformare una lezione di buonsenso in una fiction avvincente per farci rimanere incollati allo schermo?

In questa nuova brillante iniziativa di Codere, il protagonista non è un esperto qualsiasi, ma una giovane donna chiamata Chiara, che con la sua dinamica presenza fa da tutor virtuale per tutto il percorso. Sarà lei, la nostra eroina, a guidarci attraverso sei episodi pieni di suspense, aneddoti curiosi, FAQ e mini-pillole di sapere, perché ovviamente il gioco responsabile non si può spiegare come una noiosa slide, deve essere una serie TV, che emozioni e crei dipendenza… ma quella sana, si intende.

La piattaforma, confezionata con tanto amore da Smile to Move Training (non uno scherzo), si riempie di attori veri che replicano comportamenti, reazioni ed emozioni — proprio ciò che mancava nel mondo semplicemente noioso della formazione. Il Project Manager, Filippo Setten, ci tiene a sottolineare che “l’utente deve sentirsi al centro di un’esperienza utile e memorabile”, perché perdere ore con corsi a cui nessuno fa caso era troppo prevedibile. Ora, grazie a questo magico connubio tra microlearning e storytelling, imparare diventa leggero, divertente e addirittura coinvolgente.

Il corso? Solo due ore, suddivise in sei moduli da affrontare quando si ha voglia, purché si completi la serie. Dopo ogni puntata, un piccolo test per non lasciare la fantasia troppo libera e assicurarsi che, almeno, qualcosa sia stato assorbito tra una pausa e l’altra. Chi supera brillantemente l’esame potrà scaricare un attestato, una vera reliquia per gli operatori del gioco, formalmente certificante l’acquisizione di competenze su un tema che prima sembrava masticare più che imparare.

Formazione o intrattenimento? Difficile scegliere

Imma Romano, Direttrice delle Relazioni Istituzionali di Codere Italia, sintetizza il tutto con la saggezza di chi ha appena inventato la ruota: bisogna ripensare la formazione mettendo al centro “legalità, responsabilità e attenzione alle fragilità”. Per far questo, ci vogliono ovviamente strumenti concreti e innovativi, perché formare operatori consapevoli non si fa con brochure polverose e divieti, ma con serie interattive coinvolgenti, fatte di esperti e professionisti capaci di trasmettere i valori di “un gioco sano, equilibrato e trasparente”.

Ovviamente, il tutto è a portata di click al sito coderetraining.it (non che serva ricordarlo), e disponibile tramite i canali ufficiali di Codere Italia e Codere Network. Perché la responsabilità oggi si impara meglio se dal divano di casa, con una serie tv e magari un popcorn. Insomma, non più noiose dispense, ma realtà aumentata della formazione: o magari solo un modo elegante per farci digerire qualche ora obbligata di teoria.

Che dire? È proprio vero, avere più “giocatori sociali” ed essere meno dipendenti diventa più facile quando il sapere si trasforma in intrattenimento. Gioco responsabile o show? Gli spettatori… ehm, gli utenti giudicheranno.

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