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Università alla moda del talento: come far fiorire studenti (senza miracoli)

Direttamente da Milano, Francesco Billari, rettore della capofila università Bocconi, ci regala una perla di saggezza accademica: l’università ha un “dovere” sacro e imprescindibile, quello di far sbocciare il talento degli studenti. Peccato che questa nobile missione venga presentata come una scoperta rivoluzionaria, come se fino a ieri avessimo pensato che l’ateneo fosse solo una serra di idee vaghe.
Il contesto di questo discorso altisonante è stato l’evento milanese per la presentazione di un libro che, a giudicare dal titolo, ha tutte le carte in regola per diventare il testo sacro del talent management: Dai forma al tuo talento, scritto da Patrizia Fontana, che si presenta come una head hunter, coach e fondatrice di un progetto dal nome altisonante Talents in Motion. Coccolando la platea presso la sede di Arca Fondi Sgr, Billari si è spinto a definire questo obiettivo come “un tema trattato molto bene” dal libro in questione. Peccato che occuparsi di «talenti» sia un argomento vecchio quanto le science del lavoro, ma tant’è.
Come procedere? Con i soliti cavalli di battaglia dell’istruzione superiore: via libera agli hard skills che, per ovvie ragioni, devono essere “stabili nel tempo”. Naturalmente, insegnare “qualcosa che rimarrà” era cosa difficile da immaginare in un’epoca di mutamenti accelerati e skills obsolete in sei mesi, ma grazie a Billari sappiamo ora come fare: puntare sulla metodologia e sulla professionalità, parafrasando. Fascinoso, no?
Il secondo aspetto, parola di rettore, è creare una comunità, ovvero quel magico ecosistema in cui i soft skills – capacità emotive e sociali, quelle che non si possono misurare ma che tutti dicono di voler insegnare – si sviluppano come funghi, ma con il supporto di lezioni dialogiche e soprattutto nel vivace, dinamico, campus universitario. È proprio il campus il santo Graal nella battaglia per la crescita delle competenze relazionali. Dimenticate piattaforme online o corsi frontali: il segreto è la comunità!
Insomma, Francesco Billari ci ricorda che tra le mura della Bocconi il talento non è solo una parola: è un dovere, una comunità, una serie di skills da inserire con cura perfetta affinché il futuro professionale degli studenti sia garantito. Tutto grazie a quei saggi insegnamenti di un libro scritto da una head hunter che di “talenti in movimento” ne ha fatto la crociata della vita. Che altro aggiungere?