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Ci spennano anche da spenti: l’ennesimo capolavoro energetico made in Italia

Ti assenti due settimane, spegni tutto, ti arrangi a mangiare fuori casa e scopri che per la sola colpa di respirare in Italia devi pagare 303 euro di luce. Se sembra uno sketch, è solo la nuova normalità firmata ARERA, libero mercato e rincari senza logica. Non è una bolletta, è una tassa sul vivere.
Un furto legalizzato a colpi di kilowatt
Tre studentesse internazionali a Napoli – Sila, Jessica e Lu – hanno avuto la pessima idea di iscriversi a un master in Architettura alla Federico II e di vivere in Italia. Durante le feste natalizie se ne vanno, lasciano casa vuota, e la loro bolletta elettrica schizza da 198 a 303 euro. Sì, con consumi minimi, senza riscaldamento autonomo, senza cucinare, senza essere presenti. Il crimine? Essere connesse alla rete elettrica italiana.
ARERA, l’Autorità che osserva e si stupisce
L’ARERA, quella che dovrebbe difendere i cittadini, pare invece specializzata nell’arte della contemplazione. Davanti a aumenti sconsiderati, fatturazioni opache e pratiche al limite dell’abuso, l’Autorità balbetta. La pressione aumenta, ma le risposte restano timide, fumose, inutili. Il cittadino resta solo, in balia di tariffe folli e fornitori creativi.
Consumi fantasma: il paradosso delle case vuote
A Via Supportico, nel cuore di Napoli, un appartamento vuoto riesce a generare più spesa di uno in piena attività. Serve forse un esorcista per scacciare l’energia fantasma che gonfia le bollette? Oppure il vero spettro è quello di un sistema marcio, che fattura su stimi inventate, spese fisse gonfiate e meccanismi incomprensibili anche agli addetti ai lavori?
Rincari, IVA e altre genialate tricolori
Certo, la guerra in Ucraina, le forniture tagliate dalla Russia e il GNL americano costoso e scadente sono comodi alibi. Ma il colpo di genio è tutto nostro: aumentare l’IVA sul gas metano fino al 22%, proprio quando la gente non riesce nemmeno a pagare la luce. Una mossa degna di chi crede che la povertà energetica sia solo un termine da convegno.
Il libero mercato: promesse, illusioni e fregature
Il mercato libero doveva essere la svolta. Doveva garantire trasparenza, concorrenza, risparmio. Invece è diventato la giungla dei contratti capestro, dei call center fantasma, dei fornitori che cambiano nome più spesso dei truffatori seriali. E chi vigila? L’Antitrust prova a intervenire, ma senza gli artigli. ARERA? Preferisce lo yoga.
Quando anche le eccellenze vengono umiliate
Non sono solo studenti stranieri spaesati: dai pensionati di Milano alle famiglie monoreddito di Bari, il paese è pieno di cittadini che pagano bollette da incubo per case efficienti, impianti nuovi, elettrodomestici in classe A+++. In cambio ricevono spiegazioni nebulose e servizi clienti muti. Un paese che ti premia solo se consumi… disperazione.
Contatori truccati o incompetenza certificata?
Quante fatture si basano su stime fantasiose? Quanti errori mai riconosciuti restano sulle spalle del consumatore? E soprattutto: perché i controlli sono lasciati ai cittadini, che devono diventare ingegneri energetici per capire dove finisce il loro stipendio? È questa la tutela promessa?
Le “soluzioni” già scritte… e mai lette
Chiedere fatture trasparenti, letture reali, un controllo efficace sui fornitori sembra pura utopia. Le soluzioni esistono da anni nei cassetti dei ministeri, accanto ai piani mai attuati, alle promesse dimenticate e agli esperti ignorati. Ma tanto basta annunciare una “nuova task force” e tutto si risolve. Sulla carta.
Possibili soluzioni (che nessuno prenderà mai in considerazione)
- Obbligo di fatturazione su consumi reali.
- Controlli indipendenti sui fornitori, non pilotati dagli stessi soggetti interessati.
- Reintroduzione di tariffe calmierate per studenti, famiglie e fasce vulnerabili.
- Semplificazione contrattuale e penali per aziende che gonfiano costi o sbagliano fatturazioni.
- Ma soprattutto: dimissioni immediate di chi non ha vigilato. Ma tranquilli, non accadrà nulla.