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La Ue affonda nel rosso e Wall Street brancola nel buio in attesa della proverbiale lettera di Trump

La Ue affonda nel rosso e Wall Street brancola nel buio in attesa della proverbiale lettera di Trump
Nuova ondata di tensioni sui mercati globali: investitori sotto la lente tra ora, petrolio e titoli di Stato

L’oro non si smentisce mai e risale con il future che supera agilmente i 3.300 dollari l’oncia, quasi a dirci che nulla in questo mondo convulso potrà mai essere sicuro, nemmeno il metallo più “rifugio”. Nel frattempo, il petrolio fa il solletico: il Brent del Mare del Nord si avvicina ai 69 dollari al barile, mentre il Wti scherza oltre quota 66 dollari. Il gas sembra invece in modalità sonnacchiosa, stabile intorno ai 35 euro al megawattora sulla piattaforma Ttf di Amsterdam, come se volesse ignorare le caotiche danze energetiche continentali.

Ecco che arriva la parte più divertente: lo spread tra BTp decennali e Bund tedeschi si prende un piccolo spintone verso l’alto, fissandosi intorno agli 89 punti base, un incremento “irrisorio” se pensiamo all’interesse crescente degli investitori – o forse semplicemente a una giornata un po’ nervosa. Ovviamente anche il rendimento del BTp decennale segue il coro, salendo leggermente al 3,60% rispetto al 3,58% della vigilia. Nulla di cui preoccuparsi troppo, ma abbastanza per alimentare chiacchiere da bar finanziario.

Il Tesoro non vuole essere da meno e piazza BTp a raffica: in asta finisce la prima tranche del BTp triennale con scadenza nel gennaio 2029, da 3,5 miliardi, mentre gli investitori sembrano più affamati del previsto, con richieste che superano i 5 miliardi e mezzo. Il rapporto domanda/offerta ferma il cronometro a 1,52, ma quel che fa strabuzzare gli occhi è il rendimento lordo che guadagna ben 23 centesimi arrivando al 2,47%. Niente male, considerato che il mondo dei BTP non è solito regalare emozioni forti.

Non è finita: è stata emessa anche la sesta tranche del BTp settennale con scadenza luglio 2032, sempre per 3,5 miliardi, con una domanda che appena si ferma al di sotto dei 5,3 miliardi e un rapporto domanda/offerta di 1,5. Qui i rendimenti si alzano, bello tondi, di 14 centesimi fino al 3,17%. Infine, come ciliegina sulla torta del Tesoro, ecco la seconda tranche del BTp quindicennale a ottobre 2040, da 1,75 miliardi. La domanda si assesta a quasi 3 miliardi, ma il rendimento balza al 4,03%, come un atleta a fine gara.

Intanto, il Giappone offre uno spettacolo meno esaltante, con la Borsa di Tokyo che chiude in lieve calo, perdendo lo 0,19%, un vero e proprio atto di sottile protesta contro le tensioni commerciali globali che non sembrano volersi placare. A far tremare il mercato ci pensa il “polverone” sollevato dal presidente americano Donald Trump, che ha annunciato tariffe del 35% contro il Canada, minacciando di scrivere lettere intimidatorie anche all’Unione europea. L’indice Nikkei, timido e altalenante, si barcamena intorno alla parità senza mai convincere nessuno.

Infine, per completare il quadro della tragicommedia economica, Panasonic Holdings decide di rimandare il proprio ambizioso progetto legato alle batterie per veicoli elettrici nel cuore del Kansas. Motivo? Le vendite di Tesla, il cliente numero uno, sono calate e anche i piani più audaci devono fare i conti con la dura realtà del mercato. Così, la piena capacità dello stabilimento slitta a marzo 2027, lasciando a bocca asciutta chi puntava sul miracolo green a portata di mano.

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