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Mercati europei con il morale alto mentre l’inflazione Usa fa la diva, a Milano tutti con il naso puntato su Prysmian

Mercati europei con il morale alto mentre l’inflazione Usa fa la diva, a Milano tutti con il naso puntato su Prysmian

Borse europee partono positive, anche grazie a un Wall Street che si ostina a toccare record, ma siamo sicuri che i dazi di Trump siano solo un bluff tattico?

Le piazze finanziarie europee si svegliano di buon umore, spinte dal leggero rialzo raccolto ieri sera da Wall Street, dove il Nasdaq Composite continua a fare il fenomeno con nuovi record. Nel frattempo, l’annuncio del presidente americano Donald Trump sui nuovi dazi al 30% su prodotti europei e messicani, in vigore dal primo agosto, sembra più la trovata di un mago delle trattative che l’inizio di una guerra commerciale vera e propria. Insomma, tutti interpretano questa mossa come il solito gioco di tempo per tirare avanti e continuare a barcamenarsi nella trattativa.

Ma mentre i mercati si distraggono, tutti gli occhi restano puntati sugli Stati Uniti: oggi sarà infatti divulgato il dato sull’inflazione di giugno, atteso in salita al 2,7% su base annua, rispetto al 2,4% di maggio. Un numero che sa di sentenza per la Federal Reserve, chiamata a decidere se tagliare o meno i tassi di interesse in un clima dove il presidente Trump non lesina pressioni sul presidente della Fed Jerome Powell per ammorbidire il costo del denaro. Ah, e se tutto ciò non bastasse, negli States scatta anche la stagione delle trimestrali, perché le emozioni non devono mai mancare.

Arrivando invece al lontano oriente, la Cina sembra aver deciso di mettersi il vestito del “più-male-che-bene”: le vendite al dettaglio di giugno crescono un discreto 4,8% annuo, mentre la produzione industriale supera le aspettative con un +6,8%, peccato però che il Pil cinese nel secondo trimestre del 2025 abbia rallentato, attestandosi a un più modesto +5,2%, dopo il +5,4% del primo trimestre. È la solita favola, insomma: performance altalenanti anche nella seconda economia globale, un perfetto concentrato di speranze e timori che spingono la Borsa di Tokyo a chiudere con un modesto +0,53%.

A Milano, la partitella continua con un incremento timido dello 0,2%, mentre lo spread si stabilizza intorno a 87 punti, perché tanto la calma prima della tempesta è sempre la più affascinante da osservare.

Occhi puntati sulle tech e banche, il copione che non stanca mai

In Europa, i titoli tecnologici sono ancora una volta sulla cresta dell’onda dopo che Nvidia, gigante americano del settore, ha annunciato la ripresa delle vendite in Cina del suo chip avanzato per l’Intelligenza Artificiale. Una notizia che a Piazza Affari fa brillare gli occhi soprattutto a chi punta su Prysmian, pronta a cavalcare la crescita attesa della domanda energetica che l’AI inevitabilmente comporta. Non da meno Stmicroelectronics, che continua a mantenersi saldamente in sella.

Ma il vero teatro di interesse resta sempre quello delle banche, alla mercé dei soliti rimaneggiamenti nel sistema finanziario italiano. Ieri ha preso il via l’offerta pubblica di acquisto di Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, con il mercato impegnato a capire se la banca senese sarà costretta a rilanciare per evitare il flop. Tanto più che ieri l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha sparato a zero sull’operazione, definendola un “elemento di anomalia” per il curioso doppio ruolo svolto dal governo: azionista di maggioranza di Montepaschi e, al tempo stesso, controllore di fatto del consiglio di amministrazione e detentore del golden power. Insomma, un intreccio di poteri che sa tanto di commedia all’italiana version finanza.

Euro stabile, Bitcoin balla, oro e petrolio si muovono col contagocce

Sui cambi l’euro si tiene tranquillo intorno a 1,1683 dollari, un livello praticamente immutato rispetto alla chiusura precedente. Il rapporto con lo yen è altrettanto stabile a 172,5, mentre il cross dollaro-yen sfiora il 147,66.

Nel frattempo, il Bitcoin – che solo due giorni fa era alle stelle con un record vicino a 123mila dollari – ha deciso di fare un passo indietro, cedendo circa il 2,6% e assestandosi intorno a quota 117mila dollari. Un fatto che ci ricorda quanto sia ballerina la regina delle criptovalute.

L’oro, invece, prova a fare l’elegante, con i futures che guadagnano lo 0,29%, portandosi a 3.368,9 dollari l’oncia. Il petrolio, al contrario, fa dietrofront: il WTI scende dello 0,39% a 66,72 dollari al barile, mentre il Brent perde lo 0,36% a 68,96 dollari al barile. Anche il gas non fa festa, con un calo dello 0,6% a 35,2 euro al megawattora ad Amsterdam. L’energia non si regala certo entusiasmi in questa giornata dal sapore tutto sommato tiepido.

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