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Acea si diverte col bilancio: compra, licenzia, svende e intasca senza ritegno

Acea si diverte col bilancio: compra, licenzia, svende e intasca senza ritegno

Il Consiglio di Amministrazione di Acea, ora comodamente insediato nella sua nuova e scintillante sede fiorentina, ha concesso il piacere di approvare la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2025. Applausi scroscianti per la mitica “solidità dei numeri”: un EBITDA in crescita, un utile netto che galoppa impetuoso (+32%) e un piano industriale che corre come un treno in orario… perlomeno nelle slide di PowerPoint, dove tutto è sempre così rassicurante.

Adesso, spostiamoci sul capitolo investimenti, che è roba da far brillare gli occhi: Acea ha staccato un assegno da 668 milioni di euro, di cui l’87% ovviamente parcheggiato nei settori regolati. Acqua, reti, illuminazione pubblica: le certezze del sistema, quei cavalli di razza che non si permettono scherzi. Il glamour del business sicuro non tramonta mai. E la ciliegina sulla torta? La vendita di ACEA Energia, elegantemente ceduta a Eni Plenitude insieme a una bella fetta del cash flow. Ma niente paura: la mobilità elettrica e l’economia circolare restano nel cassetto dei bei progetti, quelli che fanno tanto trendy sulle brochure aziendali.

Passando al cuore pulsante delle bollette, c’è l’acqua a dominare la scena con un EBITDA che si avvicina a quota 429 milioni, ovviamente grazie a tariffe in crescita e ai soliti generosi premi ARERA per la qualità, tradotto: chi controlla le tubature, detta le regole del gioco. L’Acquedotto del Peschiera, uno dei più mastodontici d’Europa (almeno a sentire loro), promette di diventare la nuova leggenda ingegneristica italiana, anche se non c’è mica fretta. Lentezza e monumentalità si sposano perfettamente.

Nel magnifico settore Reti e Illuminazione Pubblica, si festeggia un misero +1,4% sull’EBITDA, che però è “più che sufficiente”, parola di chi fa le pagelle aziendali. Aggiungiamo pure che il WACC cala un pochino, ma chissene: la bolletta la pagano puntualmente altri, mica i signori del consiglio.

Vuoi vedere che nel settore Ambiente c’è un po’ più di brio? Il nuovo termovalorizzatore a Roma è la vera star del momento. Dopo vent’anni di chiacchiere e “progetti imminenti”, finalmente si comincia a muovere qualcosa, anche se col solito piglio degli start & stop italici. Nel frattempo, a San Vittore, il termovalorizzatore si regala la sua quarta linea, così si è certi di bruciare ogni cosa, persino le illusioni degli ambientalisti più speranzosi. Nel frattempo, la Produzione vola grazie al fotovoltaico (ed ai prezzi alle stelle), e nasce pure ACEA Gas, con la mission di “cogliere nuove opportunità” — o per dirla in soldoni, vedere se sotto il tavolo è rimasto qualche boccone succulento.

La filosofia di Acea? Vendere per crescere, semplice come bere un bicchier d’acqua. La parola d’ordine è rotazione degli asset, ovvero: vendiamo una fetta qui, compriamo un giochino là, incassiamo qualcosa e, bontà nostra, facciamo vedere a tutti che stiamo investendo alla grande. Il debito netto? Ovviamente cresce, ma si sa, è tutta colpa degli investimenti, o forse dei dividendi, o delle imposte. Oppure del clima, che per ora sembra sempre una scusa comoda ed evergreen.

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