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BYD si impantana e inciampa pure in Borsa: quel miraggio del 2025 sta già vacillando

BYD si impantana e inciampa pure in Borsa: quel miraggio del 2025 sta già vacillando
“BYD rallenta: il gigante cinese dell’auto elettrica affronta la sua prima battuta d’arresto dopo 18 mesi”

Chi avrebbe mai detto che il mitico sprint di BYD, quel colosso cinese dell’auto elettrica che sembrava inarrestabile, potesse subire una frenata? E invece sì, a luglio le vendite hanno tirato il freno a mano dopo oltre un anno e mezzo di corsa sfrenata. La reazione del mercato non si è fatta attendere: il titolo ha sbandato, perdendo a picco fino al 4,2% lunedì scorso alla Borsa di Hong Kong, con una caduta complessiva del 28% dai vertici di maggio. Diciamolo chiaro, un tonfo non da poco per chi aveva messo il turbo.

Fermiamoci un attimo a guardare i numeri. Con 344.296 veicoli consegnati il mese scorso, l’aumento rispetto allo scorso anno è quasi ridicolo: appena lo 0,6%. Se invece lo confrontiamo con giugno, è un calo del 10%. E così, la fatidica soglia di 5,5 milioni di auto vendute nel 2025, annunciata come un traguardo ormai a portata di mano, si trasforma in un miraggio lontano.

BYD guida da tempo le classifiche globali dei produttori di veicoli elettrici, ma per raggiungere i 5,5 milioni di vendite entro fine anno dovrebbe schizzare a una media di oltre 600.000 auto al mese da agosto a dicembre, qualcosa che non ha mai nemmeno sfiorato. Il suo record personale è ancora quello di dicembre scorso, con poco meno di 515.000 unità vendute. Insomma, per recuperare dovrebbe superare di gran lunga il meglio di sé stesso, un’impresa che profuma di utopia.

E proprio quando si sperava in una tranquillità dopo la corsa inarrestabile, ecco che le autorità di Pechino decidono di giocare a fare i tutori del mercato. Dopo mesi di vera e propria guerra dei prezzi, arricchita da sconti a raffica e promozioni selvagge, hanno deciso che basta così: no alle strategie troppo aggressive. Ossia, dopo aver gonfiato il pallone delle vendite, è tempo di lasciarlo sgonfiare piano piano. Per BYD, che si è avvantaggiata del clima selvaggio, inizia una stagione più sottile, fatta di scelte calcolate e di marketing meno urlato.

Non bastasse questo, anche le vendite all’estero danno segni di cedimento, scendendo del 10% rispetto a giugno con 80.737 unità. Nel frattempo, i competitor si stanno mangiando la scena: Geely, altro gigante cinese, registra il suo miglior luglio da mesi con 237.717 vetture vendute; Leapmotor, che ormai fa pure coppia con Stellantis, si vanta del record di 50.129 veicoli; Xpeng sfonda quota 36.700, mentre persino Xiaomi, un nome più noto per smartphone e gadget, chiude con oltre 30.000 vetture. Solo Li Auto riesce nell’impresa inversa: un calo del 40% su base annua, roba da far tremare gli investitori più coraggiosi.

Nomura, gli esperti analisti, si spingono a prevedere che BYD si fermerà a consegne tra i 5,0 e 5,2 milioni di veicoli nel 2025. Un risultato accettabile, certo, ma non esattamente quello che si aspettava il mercato esaltato da previsioni irrealistiche. Per rimettersi in carreggiata, però, servirà ben più del solito. Servono nuove strategie, modelli freschi, aggiornamenti innovativi e magari – perché no? – qualche sorpresa dal fronte internazionale. Perché tirare il freno ora sarebbe un vero peccato, anche se tutto lascia intendere il contrario.

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