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Quando la concorrenza diventa la panacea: Italia ed Europa festeggiano l’ennesima opportunità mancata

Quando la concorrenza diventa la panacea: Italia ed Europa festeggiano l’ennesima opportunità mancata
Grimaldi smentisce nervosamente le accuse di monopolio e rilancia sulla concorrenza a Trieste

Il Gruppo Grimaldi non ci sta proprio a passare per il cattivo della situazione dopo alcuni articoli che dipingevano il porto di Trieste come un’arena in cui sarebbe in corso una battaglia per il dominio. Risponde infatti con fermezza alle voci secondo cui il Mit e l’Adsp starebbero spingendo Dfds a liberare spazio per i traghetti Grimaldi, rigettando al mittente ogni accusa.

Secondo il gruppo, la concorrenza è quella che “salva il mercato”: non solo garantisce prezzi competitivi e scambi più vantaggiosi, ma permette anche ai consumatori di comprare beni e servizi alle condizioni migliori. Insomma, il Gruppo Grimaldi giudica il proprio ingresso a Trieste una manna dal cielo, visto che porta con sé navi tecnologicamente avanzate e con grande capacità, beneficiando così il porto, il nostro Paese e addirittura l’Europa intera, considerando che la maggior parte delle merci che transitano per Trieste sono destinate al cuore economico del continente.

Colpisce, poi, la sfrontatezza del gruppo nel rivendicare un merito quasi eroico: aver spezzato quello che definiscono un “monopolio” tra Trieste e l’area commerciale di Istanbul/Marmara. Una bella novità, dato che la concorrenza, a loro dire, non era poi così reale, visto che Alternative Roro, un tempo concorrente, era ormai nelle mani di Dfds, e che Ulusoy operava in un’altra area, troppo lontana da Istanbul per essere davvero una sfida credibile.

La ciliegina sulla torta è l’accusa velata ma chiara verso Dfds: il monopolio si sarebbe esteso non solo orizzontalmente, con l’acquisizione costosa di Alternative Roro oltre il suo reale valore, ma anche verticalmente, attraverso manovre per impedire l’arrivo di nuovi competitors, comprando a prezzi gonfiati aziende turche leader nel settore logistico e dei trasporti come Ekol. Tutto ciò, secondo il Gruppo Grimaldi, fa parte di azioni chiaramente anti-concorrenziali che hanno l’obiettivo di chiudere le porte in faccia al loro avversario.

Nonostante Dfds abbia aumentato il numero di navi sulla tratta Italia-Turchia, il mercato è cresciuto solo di un misero 5%. Ma il vero gioiellino è la denuncia di questo spreco di risorse: Dfds avrebbe un terminal a Trieste, ma lascierebbe vuote metà delle banchine e ormeggi, inutilizzati, per non favorire il gruppo rivale. Nel frattempo, pur avendo spazio sufficiente al terminal Samer, continua a parcheggiare le navi nel terminal Plt, creando ingorghi, lunghe code di camion e, naturalmente, incolpando senza motivo le navi Grimaldi per tutti questi problemi.

Ah, la dolce sinfonia della concorrenza “leale” nel favoloso mondo dei trasporti marittimi! Nonostante un vero e proprio fuoco di sbarramento, il Gruppo Grimaldi è riuscito incredibilmente a strappare a forza – e con che stile! – il 45% del mercato Italia-Istanbul/Marmara, zona un tempo monopolio incontrastato della gloriosa Dfds. Ecco la bomba che fa esplodere le polemiche a non finire.

Il Gruppo Grimaldi, niente meno, ha osato offrire al mercato un’alternativa con tariffe competitive, grazie a navi all’avanguardia, equipaggiate con tecnologie moderne che, udite udite, riescono anche a ridurre le emissioni di CO2. Un vero e proprio eroe dell’efficienza e della sostenibilità (leggi: risparmio). Nel frattempo, grazie a questa capacità tecnologica, il gruppo partenopeo può vantare una competitività da fare invidia a chiunque, tagliando i costi di trasporto come niente fosse, grazie alle sue navi di classe Eco che consumano la metà per unità trasportata. Ma dai, che innovazione sconvolgente!

Per un po’ di numeri, che non guastano mai: nel 2024, primo anno di servizio, il Gruppo Grimaldi ha conquistato il 40% del mercato Italia-Turchia, un tempo dominato dalla compianta Dfds e dal suo regno di Trieste. Ora, però, il bello arriva. Dfds si è messa a fare concorrenza sleale, ma mica con stile: utilizza le banchine del terminal PLT – non propri, ma pur sempre a disposizione le sue – e si diverte a boicottare in ogni modo possibile le autorizzazioni di Grimaldi in Turchia. Roba da far impallidire qualsiasi manuale di buona educazione imprenditoriale.

Ma aspetta, la vicenda faticava a diventare un thriller? Niente affatto. La stessa Dfds, che dovrebbe rappresentare un modello di serietà, ha registrato nel primo semestre del 2025 un risultato aziendale peggiorato di ben 90 milioni di euro. E come ciliegina sulla torta, un “valore di goodwill” (termine tanto sofisticato quanto misterioso per i profani) pari a circa 1,3 miliardi di euro. Un dato che potrebbe subire un “impairment” entro fine anno, traducibile in una perdita da capogiro: circa 1 miliardo. In soldoni, la festa della crisi.

Ecco, allora, il vero spettacolo dietro le quinte delle polemiche: il Gruppo Grimaldi, con tecnologie più pulite e costi più bassi, rischia seriamente di far scompaginare il regno dorato di una Dfds tradizionalmente consolidata, ma evidentemente incapace di giocare a carte pulite. Benvenuti nel magico teatro della concorrenza globale, dove la più tecnologica e innovativa vince, e chi non resta al passo resta a cantare le sue perdite.

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