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Commissione Ue snobba territori: ecco il segnale che nessuno ha il coraggio di ammettere

Commissione Ue snobba territori: ecco il segnale che nessuno ha il coraggio di ammettere

La decisione della Commissione Europea di escludere l’Automotive Regions Alliance (ARA) dal tavolo di discussione sul futuro dell’automotive, fissato a Bruxelles il 12 settembre, ha scatenato un autentico terremoto politico.

Guido Guidesi, presidente dell’ARA, non ha usato mezzi termini nel denunciare questa esclusione. Secondo lui, tagliare fuori l’alleanza che rappresenta 40 regioni europee coinvolte nel settore non è solo una dimenticanza, ma «un pessimo segnale» per un comparto industriale che rischia ormai la cancellazione.

Non una banalità, perché la più grande industria europea necessita di un coinvolgimento territoriale reale e coordinato. L’ARA, infatti, aveva preparato una serie di proposte condivise, nate da un tavolo di lavoro lombardo, abbracciando componentistica, ricerca e industria, da presentare ai costruttori. Una occasione persa, quindi, che getta dubbi sulla reale volontà di ascoltare chi sul territorio ha esperienza e competenze concrete.

Guidesi ha chiarito che l’esclusione rischia di trasformare l’ARA in un ente che si limita a gestire stabilimenti chiusi e lavoratori disoccupati, mentre aumenteranno le auto prodotte fuori dall’Europa, soprattutto quelle cinesi che già fanno capolino sulle nostre strade.

In attesa del fatidico 12 settembre, l’alleanza spera almeno in un sussulto di buon senso da parte della Commissione, capace di aprire davvero al confronto e rilanciare una politica industriale che appare oggi schiacciata da burocrazia e mancate strategie.

Insomma, il futuro dell’automotive europeo si gioca tra esclusioni paradossali e timidi tentativi di rianimazione, in un quadro dove le grandi istituzioni sembrano più abili a tagliare fuori chi conosce davvero il settore che ad ascoltare chi lo vive ogni giorno.

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