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Orcel ordina: UniCredit corre in Italia e manda gli acquisitori a spasso

L’Italia rappresenta niente meno che il 50% del fatturato e il 45% dell’utile netto di Unicredit, ma questo sembra un dettaglio da niente quando si decide di “accelerare” senza passare per il tanto amato percorso delle fusioni e acquisizioni. Queste parole strabilianti arrivano direttamente dal capo di Unicredit, Andrea Orcel, durante la CEO conference di Bank of America. Che originalità.
Secondo Orcel, l’esperimento con Banco BPM è stato un fallimento, ma non per colpa loro, eh no, è stata colpa di entità misteriose e onnipresenti: il governo. Non la transazione in sé, che fosse perfettamente logica o meno, ma la “fastidiosa interferenza” politica ha rovinato tutto. Che sorpresa.
Non fermi davanti agli ostacoli, i geni di Unicredit hanno deciso di “rivedere il piano di crescita interna” dopo lo stop imposto dall’offerta su Banco BPM. Promettono pure scintille nei prossimi trimestri, a quanto pare dettagli del loro grande piano “rivisto” che farà impallidire tutti i concorrenti (o almeno si spera).
E la ciliegina sulla torta? Accelerare SENZA più contare sulle fusioni e acquisizioni, perché, ovviamente, l’Italia è in crescita e non si può certo rischiare di essere “tirati in una direzione o nell’altra”. Eh no, Orcel ci tiene a sottolineare che lui rimane saldo, sereno, fiducioso nel miracolo della crescita autonoma, perché la strada facile del M&A è roba da principianti.
In sintesi, Unicredit ha un piede in Italia che costituisce quasi metà del suo impero finanziario, ma giura che si farà strada da sola, senza alcuna magia da fusioni o acquisizioni, nonostante proprio quel tentativo sia stato un disastro colpevole di interventi esterni. Chapeau!