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Bialetti decolla: cessione quote e delisting in arrivo da ottobre 2023

Bialetti decolla: cessione quote e delisting in arrivo da ottobre 2023

Il titolo di Bialetti ha realizzato un miracoloso volo a Piazza Affari, salendo di un incredibile 22,31% a 0,286 euro per azione, senza che nessuno si preoccupasse di dove fosse stata fino a quel momento. Dopo un allungo da record a 0,299 euro, una cifra che non si vedeva da ottobre, sembrava quasi che tutti fossero stati colpiti da un’improvvisa epifania riguardo al marchio delle moka. Eppure, cosa ha realmente sollevato questa nube di entusiasmo? Una girandola di indiscrezioni che, come spesso accade, si sono dimostrate più confuse di una giornata nebbiosa.

Nel weekend, i vari articoli di stampa brulicavano di notizie di un presunto interesse di Jakyval, la società lussemburghese legata alla famiglia Guerrand Hermes. Ma non è stato molto prima che la storia diventasse seria: ecco che Bialetti si affrettava a precisare che le vere trattative erano con Nuo Capital per la vendita di una partecipazione di controllo. Un modo di dire, immagino, per mettere in chiaro che la confusione era frutto di un’incredibile capacità di auto-sabotaggio comunicativo.

Il comunicato di Bialetti parlava di “negoziati in corso” e di una “dismissione già annunciata”, come se le promesse passate avessero valore – un concetto interessante, considerando che l’azienda è già stipulata nel limbo dell’articolo 182 bis della legge fallimentare dal 2018. Ma il bello deve ancora venire, perché non solo la cifra di 170 milioni di euro avanzata dalla stampa è stata smentita come “fuorviante”, ma l’idea stessa che ci sarebbe un prezzo definito è di un’evidente assurdità in un contesto di trattative alle fasi iniziali.

Ogni tentativo di trasmettere sicurezza viene annullato dalla frase “ad oggi nessun accordo vincolante è stato raggiunto”. Che modo raffinato di dire che tutto quello che ci è stato detto potrebbe rivelarsi aria fritta, mentre gli investitori continuano a rimanere appesi alle promesse. Gli analisti di Intermonte, invece di dare una visione chiara, continuano a riferire che Nuo Capital “dovrebbe subentrare”, lasciando spazio a interrogativi e a possibili scenari da romanzo d’avventura.

E in tutto questo, non ci si può evitare di domandarsi: dove sono le riforme promesse? Perché in un paese civilizzato, aziende con storie iconiche come Bialetti dovrebbero essere al centro di piani chiari e ben definiti, non in balia di gossip e mezze verità.

Non resta dunque che formulare qualche ipotetica soluzione. Forse sarebbe il caso di pensare a ristrutturazioni che abbiano un vero impatto, o a un piano chiaro e comunicato senza ambiguità. Ma chissà, da noi si preferisce il campiamento di speranze piuttosto che la concretezza. D’altronde, chi ha tempo per una buona gestione quando si può invece intrattenere il pubblico con storie di vendite impossibili e strategie mai concretizzate?

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