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Agenzie di lavoro come palestre per affinare abilità: e chi lo dice?

Agenzie di lavoro come palestre per affinare abilità: e chi lo dice?

Nel raffinato universo delle risorse umane, misurare il potenziale di un individuo è, senza dubbio, una sfida che fa tremare le ginocchia a qualsiasi azienda desiderosa di attirare, selezionare e alimentare talenti. Chi non ha mai sognato di avere un supereroe del recruiting in grado di scovare geni nascosti tra le masse? Certo, le agenzie per il lavoro si lanciano in questa avventura con il pretesto di essere le ‘palestra’ dove innovare il modo in cui valutiamo le competenze. Già, perché pensare che le persone si possano valutare con sistemi vecchi come il mondo stesso sarebbe decisamente troppo semplice.

In un recente siparietto, Marco Valsecchi, AD di Synergie Italia, ha rivelato durante il Festival del lavoro a Genova che, oh sorpresa, il gioco e il gaming potrebbero essere la panacea per tutti i mali. Un’idea geniale! Chissà come mai nessuno ci aveva pensato prima. I giochi non solo simulano situazioni reali, ma tirano fuori dal cilindro quelle elusive ‘soft skills’ dei candidati, come se stessimo parlando di un trucco magico per il recruiting. Pensate che comodità: un joystick al posto di un colloquio noioso!

E non finisce qui; l’innovazione, sempre vestita da supereroe, ci viene in soccorso anche nel campo della formazione. I modelli di apprendimento diventano così dinamici, moderni e quasi futuristici, proprio come un film di Hollywood. Con i percorsi immersivi e interattivi, resi possibili da strumenti di realtà aumentata che, sì, sono più alla moda di molti dei nostri vestiti, i lavoratori possono finalmente vivere esperienze che non sono altro che una copia (sopra l’esasperata verità) di quello che la realtà offre. Avete mai pensato a quanto sia bello sviluppare competenze in un ambiente che urla ‘sicuramente coinvolgente’ mentre si evita la monotonia di un’ufficio standard?

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