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Aimag – Hera: i Verdi e la Sinistra scatenano dubbi inespressi e polemiche a comando

Il Coordinamento Provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra si prende la briga di dichiarare a voce alta tutta la sua “fortissima perplessità” riguardo all’impensabile, ambiziosa alleanza industriale tra Aimag e Hera. Eh sì, perché una forza politica che si professa portatrice dei gloriosi valori ecologisti, sociali e democratici, come non poteva farsi scappare l’occasione di commentare una mossa che incide pesantemente sul futuro e sulla natura dei servizi pubblici del nostro amatissimo territorio?
Ovviamente la salvaguardia dei beni pubblici – in particolare l’acqua, quel banale «bene comune» che dovremmo custodire con le unghie – è per loro sacra e intoccabile. Eppure, guarda un po’, ecco che si butta tutto in un calderone di partnership che, senza troppe ceremonies, lascia il servizio idrico esposto alle meravigliose dinamiche di mercato, quelle che rispondono principalmente a logiche finanziarie. E che ci importa se formalmente ci saranno ancora enti locali a fare i controllori? Sarebbe bello credere al parrucchiere del quartiere che ci promette un taglio perfetto: ma sono solo formalità, giusto?
Non si può non riconoscere la brillante strategia economica dietro questa mossa: salvaguardare l’operatività di Aimag di fronte alle sfide future – primi fra tutti i bandi provinciali e quei succulenti dividendi che, sorpresa, verranno usati per finanziare welfare e altre amenità per i cittadini. Complimenti per l’arte della contorsione dialettica, almeno tengono conto di questo! Peccato che il buon senso si perda nel vortice per cui il mercato viene elevato a scienza suprema, schiacciando sotto di sé ogni traccia di tutela collettiva e controllo democratico. Ma chi se ne importa, del popolo?
Si sente, in mezzo a questa sinfonia di “sì, ma no” e “dobbiamo”, il tenero canto liberatorio del dissenso. Sì, perché pure dentro la favolosa coalizione di governo, che così tanto ci rassicura, si naviga in un mare di opinioni contrastanti. Eccoli qua, i grandi paladini della «politica dei contenuti e dei valori», che rifiutano di pagare il pedaggio obbligato del conformismo e del “sì a prescindere”. Ah, la sempiterna democratica idiozia che divergenze d’opinione arricchiscono e non distruggono! Un vero capolavoro di idealismo: peccato che in realtà sia solo l’arte di non mollare l’osso.
Alleanza Verdi e Sinistra non può certo sedersi serena a benedire una “privatizzazione mascherata”. Soprattutto quando questo malaugurato modello sembra contagiare uno dopo l’altro pezzi fondamentali d’Italia: sanità, scuola, trasporti e tanti altri settori vitali per la vita quotidiana delle persone. Ma ehi, perché fermarsi proprio ora che la festa è appena iniziata?
Ah, e non dimentichiamoci la ciliegina sulla torta: questa partnership non è una rivoluzione lampo, non fraintendeteci. Diamo il giusto merito alla pazienza e alla lungimiranza, visto che è il frutto di un processo di oltre vent’anni, un percorso seriale che qualcuno ha osato osteggiare, senza successo, ma che ora deve essere riconsiderato con la serietà che merita. Per fortuna la memoria politica non è una peccatrice da ignorare.
Insomma, per tutte queste nobili ragioni, AVS si tira indietro e rifiuta di fare da megafono a un’operazione che – sia per il modo che per la sostanza – non ha proprio nulla a che vedere con quella “gestione pubblica, democratica e trasparente” ideale che tanto si predica nei salotti buoni della politica italiana.