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Airbus batte ogni record di confusione consegnando 61 aerei in un solo agosto – e nessuno ha capito perché

Airbus ha messo a segno la modica cifra di 61 consegne ad agosto, portando il totale da inizio anno a 434 aerei. Un bel passo indietro se si pensa che erano 67 a luglio e un massimo di 71 a marzo. Insomma, niente da festeggiare se non un calo del 3% rispetto allo scorso anno, quasi una danza elegante verso il basso.
Se siete tra quelli che pensano che il settore aeronautico voli sempre alto, rassegnatevi: da gennaio Airbus ha incassato 600 ordini, ma al netto delle cancellazioni siamo a 504. Un risultato che fa sognare a occhi aperti un traguardo finale di 820 consegne per l’anno, ben un +7% rispetto agli 766 del 2024, perché ovviamente servono sogni grandi quando si vanno a contare pezzi e numeri da sala controllo.
Per centrare questo miraggio di 820 aeroplani, il produttore europeo deve tirare fuori dal cilindro circa 100 consegne al mese nell’ultima parte dell’anno. Obiettivo? Battere ogni record esistente. Peccato che la supply chain, quella danza incompiuta di componenti sparsi, faccia gli scherzi peggiori, specialmente su motori e sedili. Problemi che suonano quasi come uno scherzo triste ricordando le promesse di efficienza.
Ah, i motori. Il vero tallone d’Achille. Per colpa loro Airbus si è ritrovata a sfornare aerei senza propulsori, quelli che nel gergo del settore si chiamano “glider”. A fine giugno erano 60 ingombranti silenzi nei magazzini, e ovviamente la speranza è di smaltirli entro fine anno, come se quel numero fosse solo un piccolo incidente di percorso.
E non pensate che basti far arrivare i motori per vedere subito la luce: serve da uno a due mesi solo per trasformare quella carcassa semi-finita in un aereo completo, pronto a spiccare il volo verso i clienti. Una corsa contro il tempo che mette Airbus sotto pressione per recuperare il ritardo misto a un pizzico di ansia da prestazione nel terzo trimestre.
Ma l’elenco delle tragedie produttive non finisce qui: bagni, sedili, e chissà quali altri misteriosi pezzi continuano a rallentare il montaggio. Filosofia del “un pezzo ne manca”, che più che una catena di montaggio sembra un rompicapo infinito.
La sfida suona difficile, ma qualcuno deve pur vincerla
Nel frattempo, il rivale Boeing non si fa certo pregare, con 48 consegne a luglio, 37 delle quali appartenenti al suo glorioso 737 Max, la vera spina nel fianco dell’A320 di Airbus. La battaglia tra i giganti continua mentre i numeri di Airbus per il 2024 si fermano a 766 aerei.
Un occhio al passato fa sempre bene per mettere le cose in prospettiva: il record assoluto di Airbus era di 863 consegne nel 2019, ovvero prima che la pandemia decidesse di decimare l’industria aeronautica. Chissà se si riuscirà mai a risalire al volo, o se la traccia da seguire rimarrà quella di una lunga e faticosa discesa controllata.