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Amazon butta un miliardo di dollari per far felici i lavoratori americani: missione possibile o solo fumo negli occhi?

Amazon butta un miliardo di dollari per far felici i lavoratori americani: missione possibile o solo fumo negli occhi?

Un investimento da un miliardo di dollari per aumentare gli stipendi e ridurre i costi dei piani sanitari destinati ai dipendenti americani che si occupano di magazzino e trasporto: il colosso Amazon ci fa sapere che la paga oraria media salirà a più di 23 dollari, con i lavoratori più esperti che potranno godere di aumenti fino a 1,90 dollari all’ora. Per i dipendenti a tempo pieno, il risultato è un aumento medio annuo da ben 1.600 dollari. Sembra quasi un gesto di magnanimità, vero?

Naturalmente, il regalo non si ferma solo al portafogli. Amazon ha annunciato anche un taglio sostanzioso ai costi del piano sanitario di base, che scenderanno a soli 5 dollari a settimana con co-pagamenti altrettanto contenuti. A partire dal prossimo anno infatti, i contributi settimanali si ridurranno del 34% e i co-pagamenti addirittura dell’87% per visite primarie, salute mentale e altre assistenze non specialistiche. La generosità aziendale secondo Amazon, ovviamente.

La realtà dietro la retorica è però un po’ diversa. Parliamo di una forza lavoro globale di 1,5 milioni di dipendenti, un esercito a cui pochi mesi fa è stato ricordato che scioperare è possibile quando sette grandi centri Amazon negli Stati Uniti si sono fermati proprio nel momento clou dello shopping natalizio.

Non a caso, anche le pressioni sindacali sembrano aver ottenuto qualcosa: a dicembre, Amazon ha firmato un accordo con l’Amministrazione per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, impegnandosi ad adottare finalmente misure ergonomiche in tutte le sue strutture nazionali. Poca cosa se si pensa alle numerose denunce che hanno messo in luce condizioni di lavoro “pericolose”, causa di problemi alla schiena e altri disturbi muscolo-scheletrici per migliaia di lavoratori.

Un aumento che sa di palliativo mentre restano i problemi strutturali

Il miliardo di dollari di cui si parla suona come un’ulteriore prova che i margini miliardari di Amazon permettono di distribuire qualche briciola sotto forma di salari lievemente più alti e costi sanitari più bassi, ma non certo di rivoluzionare il quadro delle condizioni di lavoro. Accrescere il potere d’acquisto di alcuni dipendenti senza affrontare le radici del problema è la solita strategia per la stampa e il pubblico: mostrare agli occhi di tutti un volto più umano senza dover cambiare nulla di sostanziale.

Nel frattempo, chi lavora continua a subire disagi fisici pesanti, ritmi serratissimi e un controllo maniacale che certifica come la “innovazione” di Amazon passi anche dall’accettare condizioni di lavoro quasi disumane. La sicurezza e il benessere diventano così terreno di negoziazione al ribasso, ristabilendo il primato del profitto sui diritti elementari.

D’altra parte, chi avrebbe mai detto che un impero da milioni di dipendenti potesse, senza battere ciglio, farsi imporre delle regole in nome della sicurezza? Meglio mostrare qualche pacchetto di vantaggi e chiamarlo progresso, per poi tornare a contare profitti e ordini come se nulla fosse.

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