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Arera regala centinaia di milioni per bonus elettrici e gas, perché mica dovevamo risparmiare davvero nel 2024

La soglia Isee per il 2024 è tornata al suo livello “normale”, e così pure il numero di famiglie beneficiarie del bonus, che si è ridotto a circa 4,1 milioni: un calo drastico del 40,5% rispetto all’anno precedente, come se il bisogno di aiuto fosse all’improvviso svanito. Nel frattempo, gli sgravi sono stati distribuiti a 4,5 milioni di famiglie, di cui 2,8 milioni per l’energia elettrica e 1,7 milioni per il gas. Ecco il bel risultato: circa 360 milioni di euro in bonus elettrici e 93 milioni per quelli del gas, rigorosamente targati 2024 secondo il report annuale di Arera.
Naturalmente, i prezzi dell’energia non si sono messi a calare da soli, anzi, hanno proseguito il loro inesorabile rincaro. Ma la legge di bilancio 2024 ha pensato bene di confermare per il primo trimestre una “componente straordinaria” (bontà loro, chiamata CCS) per i bonus elettrici, ovviamente a carico del bilancio dello Stato. Al 31 dicembre 2024, i nuclei familiari con bonus attivo per disagio fisico sono saliti a 77.175, un +16% rispetto all’anno precedente, forse per via del caro bollette e di una maggiore consapevolezza sui benefici disponibili. Quale consolazione.
Passando ai reclami, nel settore elettrico si sono registrati 298.690 reclami scritti nel 2024, un calo modesto dell’8,3% rispetto al 2023, con 261.117 richieste di informazioni (-20,7%). Le rette di fatturazione corrette sono state 6.566, praticamente stabili (-0,6%), mentre le doppie fatturazioni raddrizzate sembrano un miraggio con solo 565 rettifiche (-57,2%). Il tutto è accompagnato da indennizzi automatici per ritardi nel processo di reclamo, per un totale di poco più di 1,1 milioni di euro, giustamente destinati prevalentemente ai clienti domestici del mercato libero. Era circa 1,7 milioni nel 2023, ma chi se ne preoccupa?
Nel mondo del gas invece i reclami hanno fatto un salto in avanti: 202.784, con un aumento robusto del 19,5%, di cui ben l’83,3% provenienti da clienti domestici sempre del mercato libero. Le richieste di informazioni si sono invece dimezzate a 127.311 (-19,9%) e le rettifiche di fatturazione calate a 7.775 (-16,8%). Degli indennizzi erogati, 21.134 (-circa 5% rispetto al 2023) sono stati concessi soprattutto per il mancato rispetto dei tempi di risposta ai reclami, per un totale di 922.000 euro, con un lieve calo rispetto all’anno precedente. Insomma, roba da farci un brindisi amaro.
Per finire in bellezza, l’Autorità ha deciso di misurare la soddisfazione clienti sulla qualità delle risposte ricevute. Il risultato? Solo il 57,9% si dice soddisfatto, mentre un’onesta maggioranza, il 42,1%, resta delusa. Tra i criteri di qualità, l’aspetto più apprezzato è la “capacità di risolvere il problema”, seguito dalla “chiarezza nelle risposte”. L’indice di soddisfazione complessivo si migliora un pochino, raggiungendo il valore di 91, un picco tra i più alti degli ultimi anni, con un +3,3%. Un successo sfuggente, ma di quelli che fa tanto “guardiamo al futuro con ottimismo”.