Collegati con noi:

Notizie

Assolavoro vanta il miracolo: due su cinque candidati trovano lavoro in un mese, applausi agli eroi delle agenzie

Assolavoro vanta il miracolo: due su cinque candidati trovano lavoro in un mese, applausi agli eroi delle agenzie
La rivoluzione del lavoro passa dalle agenzie: tempi dimezzati e giovani protagonisti nel nuovo mercato

L’accesso al lavoro tramite agenzia è diventato un vero e proprio sprint rispetto a qualche anno fa: oggi, entro quattro mesi dal primo contatto, quasi la metà dei candidati si ritrova un impiego, mentre nel 2022 ci si fermava a sei mesi. E per i più fortunati – o più veloci – due su cinque trovano lavoro in appena un mese. Insomma, le agenzie sembrano aver trasformato la ricerca di impiego in una gara a cronometro, sottolinea la più recente indagine di Ipsos per Assolavoro, l’associazione che rappresenta le agenzie per il lavoro in Italia.

Questa indagine, presentata durante l’assemblea pubblica dell’associazione, svela anche qualche preferenza curiosa: oltre la metà dei lavoratori in somministrazione (ben il 54%) premia il contratto a tempo determinato firmato attraverso l’agenzia rispetto ad un’assunzione diretta in azienda. Uno scenario che fa riflettere su cosa davvero cercano i lavoratori, forse più attratti dai vantaggi nascosti dietro la burocrazia agenziale.

Conoscere è potere, ma non troppo: la familiarità con le agenzie è cresciuta dal 73% del 2022 a un più confortante 79%, segno che almeno ormai non si può più ignorare la loro esistenza. Tuttavia, quando si tratta di formazione gratuita o di welfare dedicato offerto, la percezione si fa nebulosa. Solo il 44% dei lavoratori in somministrazione e un misero 22% dei candidati sono al corrente dei corsi di formazione disponibili. Ancora peggio per il welfare: appena il 41% dei somministrati e il 15% dei candidati dichiarano di conoscerlo.

La somministrazione di lavoro sembra essere considerata moderna solo da un modesto 33% degli intervistati e «simile al lavoro dipendente» secondo il 35%. Un’opinione che però non tiene conto di un dettaglio legale: i lavoratori tramite agenzia godono degli stessi diritti, tutele e stipendio dei colleghi direttamente assunti dall’azienda. In questa simpatica ambiguità, ben l’81% dei candidati consiglia di rivolgersi a un’agenzia, quasi come fosse la pozione magica per entrare nel mercato del lavoro.

Dall’altra parte, le agenzie non sono solo sportelli di passaggio per i giovanissimi sotto i 35 anni. Oltre al posto di primo impiego, che ottiene più della metà di chi lavora in somministrazione, sono anche un comodo trampolino per chi ha perso il lavoro e vuole rimbalzare più in alto: ben il 34% le usa come canale per reintrodursi nel circuito professionale, mentre il 38% per andare a caccia di opportunità migliori. Chi l’avrebbe mai detto che la stessa struttura potesse rappresentare sia il porto sicuro che la via d’uscita per tanti disoccupati o insoddisfatti?

Ma come si cerca lavoro in tempi moderni? La risposta continua a essere domandare direttamente alle aziende, scelta ancora preferita dal 50% degli aspiranti, anche se in calo rispetto all’anno passato. Seguono le agenzie per il lavoro, con il 43%, e un classico intramontabile come il passaparola, al 34%. Tra gli under 35 laureati, invece, il peso degli strumenti digitali sale sfiorando il 48%, un dato che ci ricorda come la tecnologia abbia ormai invaso ogni angolo della ricerca di impiego.

Per i lavoratori, il datore ideale deve garantire principalmente uno stipendio in linea con le aspettative (71%) e una qualche forma di stabilità e sicurezza (57%). Subito dopo si stanno facendo spazio la tutela contrattuale nei momenti critici (27%), la possibilità di smart working (24%) e i prospetti di carriera (23%). Tra i candidati, un terzo mette addirittura la formazione continua tra i criteri irrinunciabili, segno che ormai l’aggiornamento professionale fa rima con sopravvivenza nel mondo del lavoro.

Infine, la grande star del momento: l’Intelligenza Artificiale. Il pubblico è diviso come non mai: molti ancora arrancano a farsi un’idea precisa o preferiscono attendere gli sviluppi, mentre l’ottimismo, se così lo vogliamo chiamare, si misura nel fatto che il 60% teme una riduzione del personale con l’arrivo dell’IA. Curiosamente, sembrano più rassegnati – o lungimiranti? – i manager delle agenzie per il lavoro, di cui il 75% ha già abbracciato l’IA nelle attività quotidiane, mentre chi ancora non l’ha fatto ha almeno pianificato di usarla. Insomma, la rivoluzione digitale è già qui, ma la paura di perdere il posto continua a detenere il tifo più caldo.

Continue Reading

Le foto presenti su Lasconfitta.com sono state in larga parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione - indirizzo e-mail redazione@lasconfitta.com , che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.