Collegati con noi:

Notizie

Axpo, un quarto di secolo di presenza in Italia: il 2023 segna un impatto dello 0,43% sul Pil

Axpo, un quarto di secolo di presenza in Italia: il 2023 segna un impatto dello 0,43% sul Pil

Il paradosso che emerge è davvero stupefacente: Axpo celebra 25 anni in Italia con una pompa di successo, mentre il contributo economico, che inizialmente sembrava crescere in modo esponenziale, ora sta subendo una riduzione. Durante la presentazione dei dati, non poteva mancare la solita retorica da parte del presidente di Axpo Italia, Salvatore Pinto, il quale ha definito la crescita un “percorso costante”. Ma quale costante? La realtà è che da un contributo di 1,15 milioni di euro nel 2020 si è passati a oltre 439 milioni nel 2022, per poi tornare a scendere nel 2023. Cosa è successo? Un ritorno alla normalità dopo l’euforia da “ripresa post-pandemia”? Ferromagari, un’illusionista della crescita!

La crescita sostenibile: un sogno irraggiungibile?

Le affermazioni di Axpo circa la sua importanza strategica nell’approvvigionamento energetico nazionale sono, per dirla con un eufemismo, un tantino ottimiste. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy si congratula con l’azienda, trascurando il fatto che questi risultati, tanto celebrati, sono tanto volatili quanto il costo dell’energia. Chi non ricorda il picco vertiginoso dei prezzi dell’energia del 2022, alimentato da fattori esterni come il conflitto in Ucraina? È facile cantare vittoria su dati gonfiati in tempo di crisi.

Sicurezza energetica: facciamo sul serio?

La relazione tra settore pubblico e privato, tanto decantata, ha prodotto risultati solo temporanei e in gran parte illusori. Pinto afferma di avere costruito “una solida relazione con le istituzioni,” ma quanti di questi accordi si sono tradotti in reali benefici per il cittadino medio? Perché gli imprenditori e i consumatori devono sempre trovarsi in una fase di adattamento alle fluttuazioni immense del mercato energetico, mentre i colossi come Axpo continuano a incassare profitti stratosferici? La stabilità energetica sembra un concetto lontano anni luce.

Un futuro di promesse spezzate

Il contributo al Pil Italiano è arrivato a rappresentare lo 0,43% nel 2023, un numero che potrebbe sembrare significativo. Ma consideriamo la questione: è davvero una vittoria quando si può parlare di crescita eccessiva solo nei periodi colmi di crisi? E cos’è questa “visione strategica” verso la quale Axpo afferma di tendere? Sembra più un sogno ad occhi aperti, dove i problemi energetici sono letti come una sfida da affrontare, mentre il governo continua a plaudire senza alcuna vera ricetta per il futuro.

Possibili soluzioni: si potrebbe fare di meglio

In una Europa che sta cercando disperatamente di uscire dalla dipendenza energetica, i risultati di Axpo potrebbero avere impatti più positivi, se solo si osasse un approccio radicalmente diverso. Magari, introdurre politiche realmente sostenibili piuttosto che enfatici festeggiamenti per risultati ciclici. Oggi ci si aspetterebbe una strategia d’innovazione e investimenti veri, non solo parole vuote. Ma chissà, forse si sta preparando una *thermo-revoluzione* che avverrà in un futuro non prossimo.

Così, si chiude un ciclo, mentre il resto del mondo continua a muoversi in direzioni più produttive. Con un contributo che effettivamente oscilla come un pendolo, il futuro della Axpo in Italia rimane più che mai una scommessa – e gli italiani? I soliti noti, sempre in attesa di una vera stabilità energetica.

Un simile calo a **188,3 milioni di euro** non è altro che un parziale ribilanciamento dei mercati energetici, mentre i prezzi, nel confronto con i picchi del **2022**, si presentano come un’illusione di stabilità. Secondo un rapporto dell’**Istituto Sant’Anna**, la redistribuzione del valore di **Axpo Italia** sul territorio è un bel modo per mascherare una verità più scomoda: il cosiddetto “effetto complessivo” su famiglie è solo la punta di un iceberg. Dopo ben 25 anni di presenza in **Italia**, questo colosso ha generato un grande annuncio: oltre **8,76 miliardi di euro**, di cui miseri **64 milioni** in salari e la vertiginosa cifra di **188 milioni** in tasse. Siamo di fronte a un colosso che contribuisce allo **0,43% del PIL italiano**. Un successo da brivido, diremmo.

In un contesto che si definisce “martoriato” dal costo della vita, **Axpo** ha riversato a dir poco **184,8 milioni** di euro nelle famiglie tra il **2020** e il **2023**, mentre allo Stato sono andati **723,6 milioni**. Come dire, un pezzo della torta per tutti, ma evidentemente non così abbondante. E nel frattempo, il numero di fornitori annuali si è attestato su una media di circa **2.000**. Un colosso che impiega solo **254 dipendenti**, di quelli pochi che possono vantare contratti a tempo indeterminato e full time, segna un aumento del **4,15%** dal **2020**. Un “traguardo” che suona più come una parodia della conquista del lavoro stabile.

Si notano picchi di tassazione fino a **441 milioni di euro**, ma la vera intrigante trovata è quella della crescita di **oltre il 50%** del contributo delle altre imprese. Da qui, l’eccellente idea che ci porta al **29%** del totale. Ed ecco che il rapporto certifica l’**efficienza operativa di Axpo Italia**, dipingendola come un cinico maestro nel creare valore. Ma a quale costo? L’impatto economico significativo suona bene sulla carta, ma a chi giova realmente questo “valore redistribuito”?

Nell’arco del quadriennio **2020-2023**, **Axpo Italia** ha comprato beni e servizi per un totale di **28,29 miliardi** di euro, con una netta predominanza per il settore beni a **24,95 miliardi**. Questo “boom” è il risultato di prezzi in aumento — tanto che il totale per il **2022** ha raggiunto la stratosferica cifra di **12,25 miliardi**, evidenziando la fragilità di una crescita basata su oscillazioni di mercato. Dove sarebbe finita l’austerità e la responsabilità finanziaria in tutto questo?

E parlando di transizione energetica, **Axpo Italia** si è ritagliata una niche, ma a costo di fare a meno di una reale innovazione. Cresce il numero di punti prelievo da **468.584 a 609.962**, ma è davvero un progresso o solo una strategia di marketing? Permane una domanda: come può un player “competitivo” prosperare così in un settore dove la vera sfida è quella di rendere l’energia sostenibile e accessibile?

Un così breve sguardo ci fa chiedere: le promesse di miglioramento sono rapide da lanciare, ma raramente da realizzare. Con le riforme che continuano a deludere, un approccio alla transizione vera e propria sembra ancora ben lontano. Potremmo concludere con soluzioni ipotetiche sul tavolo, ma il rischio è quello di apparire ridicoli. Dovremmo chiederci: cosa serve per scuotere un sistema che da decenni si trincera dietro numeri strabilianti e statistiche fuorvianti?

E mentre aspettiamo che **Axpo Italia** si decida a mettere in atto un cambiamento sostanziale, potremmo chiederci se il più grande sforzo non sia soprattutto quello di continuare a mascherare una realtà che resta, sorprendentemente, immutata.L’andamento delle percentuali di crescita sembra un esercizio di bilancio che parla di successi nei contesti più disparati. Il salto dal **0,44%** al **0,47%** nel 2022, seguito da un abbassamento al **0,33%** nel 2023, è un esempio perfetto di come si possa rendere affascinante anche il declino. Parliamo di una crescita che si maschera bene dietro numeri che, alla fine della fiera, si traducono in poca sostanza.

Occupazione e Inclusività: Ma A Quale Prezzo?

I dati eclatanti tra il 2015 e il 2019, con **52 tirocini** offerti e un risibile **30,7%** di assunzioni dirette, accompagnati da un bel **23%** di contratti in somministrazione, raccontano una storia che si potrebbe definire contraddittoria. Si parla di **occupazione significativa**, ma quanta di questa occupazione è realmente sostenibile e duratura? Questi tirocini, presentati come opportunità, somigliano di più a una giostra di **precariato** mascherata da innovazione.

Investimenti: Parole D’Ordine o Risultati?

Un investimento record di **74.900 euro** per progetti di cultura, salute pubblica e coinvolgimento giovanile suona come un grande annuncio. Dobbiamo davvero celebrarlo? Nell’era in cui i sistemi di welfare pubblici sono a detrimento e i giovani fuggono all’estero in cerca di opportunità, tali cifre appaiono più come un atto di **compassione** che un vero cambiamento. Si potrebbe legittimamente chiedere: da questa cifra corrispondente a meno di un mese di stipendio di un dirigente, quanti giovani reali hanno visto un impatto significativo nelle loro vite?

Reputazione: Illusione o Realtà?

Le parole del **CEO** di **Axpo Italia**, **Simone Demarchi**, risuonano come un canto alla gloria di un’azienda con un’ottima reputazione. Ma cosa significa veramente? La percezione di una “reputazione d’eccellenza” potrebbe essere semplicemente un eco nei corridoi delle stanze dei bottoni, una maschera lavata da parole affascinanti mentre le realtà sul campo rimangono inalterate.

Axpo si propone come un attore chiave nella **trasformazione ecologica** e **digitale**, ma le azioni concrete sono ciò che si aspetterebbe da un autentico “partner attivo”. In un contesto dove si parlano di **responsabilità sociale** e **capacità di business**, la verità è che molti ancora si chiedono se il bene comune venga realmente prima del profitto. Tutto questo serve solo a coltivare un bel **capitale relazionale** o fa realmente la differenza nella vita delle persone?

Quali Soluzioni Possibili, Se Non Veri Cambiamenti?

Cosa ci si deve aspettare in futuro? Forse un altro decennio di promesse, con una ripetizione ossessiva di numeri che ci rassicurano sull’andamento positivo, mentre l’unica cosa che davvero cresce è la frustrazione di chi è rimasto ai margini? Se l’incuria continua, cosa possiamo sperare? Seminare la vera inclusività? Forse è solo un sogno lontano, velato da discorsi seducenti e da **efficienze** che non si vedono mai.

In conclusione, il mondo di **Axpo** potrebbe illustrare magnificamente il paradosso di un’azienda attiva e celebrata, ma la realtà è che senza un cambiamento tangibile, ci troviamo di fronte a una narrazione che fatica a mantenere la sua attrattiva di fronte all’evidenza.

Continue Reading

Le foto presenti su Lasconfitta.com sono state in larga parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione - indirizzo e-mail redazione@lasconfitta.com , che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.