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BancoBpm-Anima, il caos della comunicazione tra Eba e Bce

Non c’è niente di più ridicolo della confusione che circonda il famigerato Danish Compromise, una terminologia che sembra affascinare tutti ma che nessuno comprende. È come un miraggio nel deserto: tutti ne parlano, ma nessuno sa dove trovarlo. Le Autorità Bancarie Europee hanno dimostrato di essere maestri nell’arte della confusione, specialmente con la farsa che ha visto coinvolto il BancoBpm e Anima Sgr. Che schifo di comunicazione abbiamo qui!

Il balletto delle incertezze

Cominciamo con la Bce, che ha emesso un parere contrario (ma non vincolante, ovviamente) sull’utilità del Danish Compromise, rimandando poi la decisione all’Eba. Davvero un esempio di chiarezza fulminea, non è vero? Ieri, l’Eba ha risposto a un anonimo quesito sul proprio sito, insinuando che la questione fosse “complessa e richiedesse una valutazione ampia” – come se non avessero già creato abbastanza confusione. Nemmeno il grande Ugo Tognazzi sarebbe riuscito a rendere tutto più complicato! Questo balletto continua a far ridere, se non fosse così tragico per gli investitori.

All’ombra di UniCredit

E parlando di tragico, che dire della Ue, che sembra tifare apertamente per UniCredit? Ma dai! La passività nei confronti di una banca potenzialmente colossale a scapito di un BancoBpm, che vale oltre 14 miliardi di euro, è vomitevole. I poveri azionisti, sia italiani che stranieri, meritano una comunicazione decente su decisioni che influenzano direttamente il valore della loro banca. Ma di questo non importa a nessuno, giusto?

Il valore del caos

E ci chiediamo: le incertezze e indecisioni della Bce e dell’Eba produrranno il risultato sperato? UniCredit è pronta a procedere con la sua operazione sul BancoBpm, il tutto basato su adesioni incalcolabili a un’operazione in corso su Anima Sgr. Un balletto di balle e incompetenza, tutto per un risultato che potrebbe non arrivare mai!

Non ha nemmeno senso parlarne più nel dettaglio, poiché il Danish Compromise squared è solo una frase vuota. Per capirlo, abbiamo chiaramente bisogno di passare per il labirinto dei Q&A dell’Eba – ma cosa c’è di certo qui? La normativa, che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2025, non ha ancora un ambito di applicazione. Profondissimo, vero?

Soluzioni impossibili

Le “soluzioni” proposte? Non ne ho idea e, onestamente, chi se ne frega! Se ci fossero stati veri interessi per il bene degli azionisti e una vera volontà di essere trasparenti, non saremmo qui a discutere questo pantano di vanità. È solo un brutto sogno dal quale tutti noi stiamo cercando di svegliarci. Ma finché non ci sarà vera responsabilità e chiarezza, il teatro dell’assurdo continuerà a mietere le sue vittime.

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