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Basta chiacchiere inutili: vogliamo fatti veri, non favole sui diritti

Quella demografica è una crisi che sfugge a ogni misura spot e bonus: servono interventi veri per salvare il paese

Il quadro demografico attuale è tutto fuorché confortante, una vera e propria spia rossa che segnala una crisi profonda e sistemica. Non si tratta solo di lamentarsi o di sciorinare qualche provvedimento a effetto, ma di mettere mano a interventi strutturali, urgenti e integrati per restituire speranza e futuro al paese.

Daniela Barbaresi, segretaria confederale della Cgil, non usa giri di parole durante il convegno ‘Demografia, un patto tra generazioni’, sottolineando come non bastino slogan sulla famiglia italiana o l’istituzione fantasma di un ministero della natalità a risolvere le cose se le politiche non sono coerenti e credibili.

Il vero nodo da sciogliere, dice, è dare certezza a un reddito stabile, garantire lavoro solido, congedi parentali equi e ben retribuiti, una casa a prezzi accessibili e una rete di welfare capace di sostenere davvero le famiglie. Insomma, serve una strategia che sappia mettere insieme i pezzi di un puzzle finora trascurato o mal gestito.

Con la saggezza di chi ha visto troppe occasioni sprecate, Barbaresi avvisa: il rischio è quello di buttare al vento uno degli strumenti più importanti finora messi sul tavolo, il Pnrr. “Se guardiamo ai tre piani governativi sul tema — infanzia, famiglia e politiche sociali — quello che salta agli occhi è la quasi totale assenza o comunque la marginalità del tema degli asili nido. Un paradosso in un’Italia che cerca disperatamente di incentivare nascite e sostenere i genitori al lavoro”, osserva con ironia amara.

Ma non è tutto: sul fronte lavoro e salari, la ricetta del bonus una tantum e del welfare aziendale non serve a risolvere i nodi strutturali di una crisi che taglia le gambe alle giovani generazioni. Nemmeno rinnovando i contratti con un “taglio” reale del 10% nelle retribuzioni si costruisce quella sicurezza economica indispensabile per fare figli e guardare al futuro con fiducia.

La retorica della famiglia italiana da sola fa poca presa quando poi mancano le basi materiali per sostenerla. Così come un ministero specializzato senza poteri reali rischia di diventare solo un’ennesima bandierina politica.

In definitiva, è un chiaro appello a rivedere radicalmente approccio e priorità, a passare dalle parole ai fatti concreti, perché altrimenti il “patto tra generazioni” resterà poco più che un contenitore vuoto di speranze e promesse non mantenute.

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