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Bonus sociali per il disagio economico: la guida definitiva per chi spera ancora di beccarne uno

Bonus sociali per il disagio economico: la guida definitiva per chi spera ancora di beccarne uno
Le agevolazioni sociali dall’elettricità all’acqua fino alla Tari: come evitare di pagare troppo, ma solo se rientri nel gioco

I bonus sociali pensati per alleviare il peso delle bollette sono diventati una sorta di manna dal cielo per chi si trova in difficoltà economica, o almeno così dovrebbero essere. Si tratta di sconti automatici sulle fatture di elettricità, gas e acqua, e a partire dal prossimo anno anche sulla Tari, quella tassa sui rifiuti di cui tutti amano lamentarsi ma pochi conoscono davvero le caratteristiche. Nel caso di forniture condominiali, poi, il sistema biforca: non uno sconto immediato in bolletta, ma un rimborso indiretto prontamente inviato a chi ha la “fortuna” di trovarsi nelle condizioni richieste.

Il diritto ai bonus sociali spetta, naturalmente, a chi rispetta determinati requisiti economici. Secondo le regole vigenti, vigili come falchi, Arera dettaglia che possono accedervi famiglie con un ISEE inferiore a 9.530 euro se hanno al massimo tre figli a carico. Per i nuclei più numerosi — almeno quattro figli — la soglia si alza fino a 25.000 euro. Una “benevola” clausola che, come sempre, cataloga le povertà a seconda di quanti ereditieri si hanno in casa.

Inoltre, i bonus sono cumulabili, ovvero se sei particolarmente “fortunato” puoi sommari gli sconti sulle forniture individuali e su quelle condominiali centralizzate per acqua e riscaldamento. Per capire come attivare questa pacchia che sembra una presa in giro organizzata, basta presentare ogni anno una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e ottenere la certificazione ISEE entro le soglie predette. Sorprendentemente poco burocratico, si potrebbe dire.

Ovviamente, la magia del bonus sociale segue anche il cambio di fornitore: il diritto si preserva se si mantengono i requisiti, a patto che la fornitura elettrica, del gas o idrica sia intestata a uno che fa parte di quel miracoloso nucleo familiare con ISEE basso. Senza contare che le utenze devono essere attive e usarle come “indicato”: per il gas, deve servire a riscaldare, cucinare o produrre acqua calda sanitaria. E per non farsi mancare nulla, il contatore deve essere di classe non superiore a G6, la massima per i consueti consumi domestici. Non stiamo parlando di un privilegio, ma di una serie di paletti pensati per non dare troppo facilmente il bocconcino.

Passiamo alle forniture condominiali, che in Italia non mancano mai di dare emozioni forti. Anche qui, per chi si affida a impianti centralizzati di gas e acqua, è possibile accedere al bonus sociale, ma attenzione: per il gas occorre inviare il codice PDR del condominio affinché l’archivio del Sistema Informativo Integrato (SII) possa individuare la fornitura giusta. Se tutto fila liscio, l’utente sarà informato di andare a ritirare il rimborso direttamente in un ufficio postale a sua scelta. Una corsa ad ostacoli frustrante, certo, ma almeno esiste.

Per il bonus sociale sull’acqua, invece, la strada è più diretta: lo eroga il gestore, che deve essere accreditato presso il SII, entro 60 giorni dalla ricezione dei dati. Qui il premio non arriva in bolletta, bensì sotto forma di assegno o altro metodo “alternativo,” sempre a nome del soggetto che ha fatto la DSU. Un sistema che, nella sua “efficienza”, sembra più un gioco di prestigio per tenere tutto sotto controllo e far saltare la pazienza di chi dovrebbe beneficiarne.

Com’è giusto sottolineare, una recente normativa (Dpcm n. 24/2025) ha confermato e raffinato questa strategia di scontistica sociale, introducendo anche la promessa che dal 2026 la Tari potrà godere di un trattamento analogo, perché tanto non avevamo già abbastanza problemi da tassa rifiuti. Il tutto mentre i cittadini continuano a faticare a decifrare regole apparentemente semplici ma sulla carta complicatissime.

Che meraviglia! Arera ha finalmente ricevuto l’incarico di stilare il regolamento per estendere i bonus anche ai rifiuti. Perché sì, ovviamente lo sconto da applausi sarà pari al super generoso 25% della Ta.Ri. (o del fantomatico tributo equivalente) pagato per il servizio integrato di gestione dei rifiuti. Un’elemosina che sicuramente cambierà la vita di qualcuno, o forse no.

Bonus sociali per disagio fisico: la generosità delle bollette

Se nella vostra famiglia avete il piacere (che dire altrimenti?) di convivere con un componente che soffre di disagio fisico e dipende da apparecchiature elettromedicali, c’è il bonus sociale che fa per voi. Un piccolo sconto in bolletta che riduce, udite udite, la spesa elettrica. Attenzione però: non arriva magico come Babbo Natale, bisogna fare domanda, sì, proprio quella rottura di scatole burocratica accompagnata da un certificato della Asl e spedirla a Comuni o Caf abilitati, perché infarcire la vita di chi ha già problemi è sempre un must.

Quanto si risparmia? A seconda della potenza contrattuale, del tipo di apparecchio salvavita e del tempo di utilizzo quotidiano, da un misero contributo annuo di 168 euro fino a un massimo di 544 euro. Per un miracolo, immaginate cosa si potrebbe farci!

Contributo straordinario sulle bollette: la manna da 200 euro

Passiamo alla ciliegina sulla torta: il contributo straordinario “una tantum” di 200 euro, regalato dal tanto celebrato dl Bollette (decreto-legge n. 19/2025). Un vero e proprio toccasana per le famiglie con Isee fino a 25 mila euro, e per le “povere” famiglie numerose con Isee fino a 20 mila euro, perché a questa bellezza può aggiungersi anche il bonus sociale per chi sta sotto la soglia di 9.530 euro di Isee. Il doppio regalo, insomma.

Naturalmente, come per ogni dono dall’alto in questi tempi di gioie amministrative, bisogna presentare la Dsu (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per mettere le mani su questi 200 euro. I primi a godere di questo sconto sono stati i soliti noti, ovvero coloro che già incassano qualche bonus sociale per difficoltà economiche.

E per tutti gli altri? Non disperate, perché lo sconto arriverà puntualmente da luglio. Roba che fa venire il magone tanto è rassicurante.

Per non farvi perdere nemmeno una briciola di questa magnanimità, Arera ha ordinato agli operatori di sbandierare il contributo su tutte le loro homepage e, di grazia, anche in bolletta. Nulla è più rassicurante di vedere scritta in bella vista la generosità del sistema che ogni mese ci scuoia con le sue tariffe.

Ma se siete ancora curiosi o volete perdervi nei meandri del burocratese, potete rovistare pure voi sul sito ufficiale. A ognuno il suo passatempo.

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