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Borse asiatiche si scrollano di dosso la sbornia mentre Tokyo cerca disperatamente di farsi notare

La Borsa di Tokyo tenta una scalata nella prima fase della seduta, seguendo il robusto slancio degli indici azionari statunitensi, messi in moto da una stagione trimestrale più incoraggiante del previsto. Peccato però che l’amministrazione Trump resti impantanata senza accordi commerciali con l’India, ma evidentemente questo non scuote più di tanto il mercato. Il Nikkei apre bene, guadagnando lo 0,50% a 40.490,66 punti, con un incremento di quasi 200 punti.
Nel mercato valutario, lo yen rimane piuttosto immobile rispetto al dollaro, attestandosi a 147, mentre mette su qualche decimale verso l’euro, che scambia intorno a 170,20. Un balletto di numeri da borsa valori, insomma, ma chi si aspettava grandi scossoni evidentemente ha sbagliato salotto.
Non si fanno mancare nulla neppure le borse cinesi e di Hong Kong, protagoniste di un secondo giorno consecutivo all’insegna del segno più. Dopo le botte di settimana scorsa, ecco che un sondaggio del settore privato strizza l’occhio al mercato: mostra infatti una forte ripresa dell’attività nei servizi in Cina a luglio, rianimando il morale degli investitori.
L’indice composito di Shanghai guadagna lo 0,5%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong si mostra meno timido con un +0,3%. Un po’ come se certe perdite fossero solo un brutto sogno da cancellare in fretta, senza troppe domande sul perché.
Durante la giornata, l’umore è tutto sommato positivo in Asia: dopo la solita chiusura brillante di Wall Street, Tokyo avanza dello 0,60%, Shanghai dello 0,70% e Hong Kong dello 0,40%. Ma il vero protagonista oggi è Seoul, che si fa notare con un balzo di ben l’1,49%. Insomma, mentre il mondo sembra cercare accordi commerciali inesistenti e previsioni meno rosee, le borse asiatiche continuano a smentire con sorrisi che forse qualcuno dovrebbe prendere un po’ più sul serio.