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Catastrofi finanziarie: Hong Kong e Tokyo affondano nell’ennesimo dramma globale, mentre il petrolio festeggia.

Catastrofi finanziarie: Hong Kong e Tokyo affondano nell’ennesimo dramma globale, mentre il petrolio festeggia.

Le Borse asiatiche sono crollate, proprio quando pensavamo che non potesse andare peggio, e i prezzi del petrolio salgono come se fossero in corsa per una medaglia d’oro. Tutto questo grazie alle tensioni commerciali e al conflitto tra Russia e Ucraina, che, a quanto pare, non conoscono la parola “fine” e aumentano l’incertezza geopolitica. Tokyo si piega con un bel -1,3%, Hong Kong è in caduta libera con un -1,6%, mentre Sydney perde appena lo 0,2% e Seul? Sulla parità, come sempre indecisa con un +0,02%. Non dimentichiamoci dei futuri su Wall Street, con il Nasdaq che affonda dello 0,7% e l’S&P 500 che si defila con un -0,5%. E già che ci siamo, l’euro Stoxx arranca con un -0,4%, mentre aspettiamo con ansia il dato sull’inflazione dell’eurozona e la riunione della BCE. Giovedì, si prevede un taglio dei tassi di un quarto di punto, come se fosse la soluzione a tutti i mali di questa economia traballante.

A proposito, i mercati della Cina continentale? Ah, sono tranquilli, chiusi per la festa delle barche drago. Magari è lì che si trovano tutte le risposte e i segreti per salvare i mercati. Nel frattempo, l’avversione al rischio premia l’oro, che aumenta dello 0,89% portandosi a 3.325 dollari l’oncia. Sarà che gli investitori adorano avere qualcosa di solido in cui riporre le loro speranze, visto che il petrolio scorre a fiumi dopo che l’aumento della produzione deciso dall’Opec+ è risultato deludente. A luglio, aumenteranno l’output di 411 mila barili al giorno, che, assicuriamoci, non sarà sufficiente per placare le fiamme. Il Wti schizza del 2,8% a 62,51 dollari al barile, mentre il Brent avanza del 2,4% a 64,3 dollari. Chi non ama fare affari in un mare di incertezze?

Ma torniamo a noi: oggi ci aspettiamo, con un certo trepidazione, gli indici pmi manifatturieri di maggio, come se questa fosse veramente la chiave di volta per il nostro destino economico. I prezzi del petrolio hanno ripreso a salire, e il motivo è ovviamente l’Opec+ che ha annunciato un aumento modesto della produzione, perché chiaramente questo è ciò che il mondo aveva bisogno in questo momento di confusione. Questo è il terzo aumento mensile consecutivo – cominciamo a fare un conto alla rovescia!

Il greggio di riferimento statunitense ha guadagnato 1,60 dollari, raggiungendo 62,39 dollari al barile, mentre il Brent, che è sempre lì a guardare dall’alto, è salito di 1,41 dollari a 64,19 dollari al barile. E mentre i mercati si accapigliano, la situazione geopolitica si fa sempre più calda: Mosca ha bombardato Ucraina con missili e droni, proprio qualche ora prima di un nuovo round di colloqui di pace a Istanbul. Ma chi ha bisogno di colloqui di pace quando puoi semplicemente scatenare la guerra? E, come se non bastasse, un attacco a sorpresa di droni ucraini ha polverizzato più di 40 aerei russi. Ma sì, perché risolvere i problemi quando puoi solo tirarli fuori in grande stile?

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