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Cgil, il 9 aprile presentazione sulla registrazione e la campagna per il referendum

La CGIL ha deciso di convocare una conferenza stampa per discutere di **tesseramento** e di una campagna referendaria che, a dirla tutta, sa di déjà vu. Mercoledì 9 aprile, i capi dell’organizzazione, Maurizio Landini e Luigi Giove, si presenteranno per annunciare i dati sull’affiliazione, un argomento che sembra sempre sul tavolo, ma che raramente porta a risultati tangibili.
L’incontro non sarà solo un mero scambio di informazioni, ma anche un tentativo di rivitalizzare una campagna referendaria che, tra promesse e proclamazioni, ha finito per diventare una sorta di palcoscenico in cui si recitano le stesse battute, mese dopo mese. E come se non bastasse, i partecipanti saranno invitati a esprimere le loro opinioni su ‘Futura 2025’, un evento che si svolgerà l’11 e 12 aprile alla Camera del Lavoro di Milano, con il proclama melodrammatico: ‘Il voto è la nostra rivolta’. Già, perché chi non ha mai sentito che il voto è la risposta a ogni problema?
La conferenza si propone di dare inizio alla campagna in vista dei **referendum** dell’8 e 9 giugno, che riguarderanno questioni cruciali come il lavoro e la cittadinanza. Ma ci si chiede: chi crede davvero che un’iniziativa di questo tipo possa cambiare il destino di un paese che è statico da troppo tempo? Davvero si pensa che dopo anni di inefficienza e di politiche vuote basti un semplice incontro per riaccendere gli spiriti e promuovere un vero cambiamento?
Ci sono nazioni che gestiscono il dialogo politico e il coinvolgimento dei cittadini in modi molto più efficaci, eppure ci ostiniamo a restare intrappolati in questo ciclo di parole vuote e promesse infrante. Non si può non notare la **superficialità** di analisi che continuano a circolare, riscrivendo ogni volta la stessa narrativa senza alcun progresso tangibile.
E riguardo a questa meravigliosa iniziativa, ci si potrebbe chiedere: un’ulteriore «**due giorni**» di chiacchiere porterà davvero a un’effettiva mobilitazione o ci condurrà solo a un altro bellissimo fallimento di pianificazione? In un paese dove il **cambiamento** sembra un miraggio, ci sarebbe da sperare in una soluzione concreta. Ma in fondo, perché sperare in una risposta efficace quando possiamo accontentarci di slogan e bandiere?
Sembra chiaro che il ciclo di promesse ripetute dovrà presto essere spezzato, e fino a quando non ci sarà un impegno reale per affrontare queste questioni, i cittadini continueranno a sentirsi come spettatori in un dramma in cui le battute vengono ripetute senza alcuna evoluzione. Così, mentre ci prepariamo a un altro appuntamento, rimane da chiedere: chi avrà il coraggio di sfidare questa stagnazione?