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Civitavecchia si prepara a raggiungere un traguardo storico con 3,5 milioni di turisti in crociera

Inaugurato lo stand di Assoporti “Cruise Italy” al Seatrade Cruise Global di Miami, un affair che sembra tanto una passerella quanto un’opportunità vera. Pino Musolino, Commissario straordinario dell’Adsp, ha aperto le danze sotto lo sguardo attento del Console generale italiano a Miami, Michele Mistò, e di una carrellata di figure politiche pronte a fare bella figura, dall’On. Mauro Rotelli al Sindaco di Viterbo, Chiara Frontini.

Parole vuote o promesse concrete?

“Anche quest’anno – esordisce Musolino – il comparto del crocierismo mondiale e italiano si ritrova per mettere in piedi accordi futuri”. Ma ci si chiede: quali accordi? Lungi dall’essere un paradiso per i passeggeri, le crociere sembrano diventate un faro di inefficienza e burocrazia. “Numeri record”, dice Musolino, mentre il suo discorso si interseca con la realtà di Civitavecchia, che si vanta di un nuovo record atteso di 3,54 milioni di passeggeri. Un 24% del totale? La domanda è: a quale prezzo?

L’illusione del successo locale

Le lodi all’industria crocieristica, che “rappresenta pienamente quel valore aggiunto così importante per i nostri porti e per il sistema Italia”, suonano un po’ come una melodia ripetitiva che ignora il crescente malcontento dei residenti e le problematiche ambientali. Mentre Civitavecchia prospera, quali sono i costi per la comunità e l’ambiente? Nella stessa Italia, altri Paesi riescono a gestire il turismo in modo più sostenibile, cosa che ci fa chiedere: che fine hanno fatto le riforme?

Riforme fallite e promesse dimenticate

Le dichiarazioni di Musolino palliano nei saloni dell’evento, mentre la realtà nelle strade racconta un’altra storia. Turismo sì, ma con che impatto? Le promesse di un incremento “in termini di numero di passeggeri che di indotto e pil” risultano più simili a un mantra che a un piano concreto. Una retorica che sa di stantio, mentre le vere esigenze del settore e della cittadinanza rimangono inascoltate e schiacciate sotto il peso delle statistiche.

Come possiamo aspettarci un futuro luminoso da questi discorsi di routine, che non accennano neanche alle problematiche reali? Forse un giorno, nella frenesia degli eventi, ci si ricorderà che il valore non sta solo nei numeri, ma nel benessere di chi vive nei luoghi che ospitano queste crociere. Se non altro, una proposta ipotetica: perché non provare a coinvolgere direttamente i cittadini nel processo decisionale? Chissà, potrebbe risultare rivoluzionario. Ma in fondo, perché cambiare la narrativa quando le parole scorrono più facili di una crociera sul Mediterraneo?

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