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Come farsi fregare con stile: guida semplice per sopravvivere allo sciopero aerei del 10 luglio senza perdere soldi (o pazienza)

Oggi, giovedì 10 luglio, il trasporto aereo italiano è in balia di uno sciopero che promette 24 ore di disagi ben orchestrati. Casinos vari negli aeroporti: ritardi, cancellazioni, passeggeri incazzati e informazioni confidenziali. Insomma, il solito spettacolo di sempre.
Ma prima di perdere la pazienza, cerchiamo di capire cosa possono fare i viaggiatori colpiti da questa protesta che rischia di mandare in tilt molti voli in tutto il territorio nazionale. Secondo Andrea Giordano, avvocato esperto in tutela dei passeggeri e cofondatore di un portale di consigli per rimborsi, non è possibile prevedere esattamente quali voli dovranno fermarsi o tardare. Sicuramente però, molti subiranno disservizi e saranno costretti a cambiare piani.
“Il segreto è tenersi aggiornati costantemente attraverso i canali ufficiali delle compagnie, perché così si può sapere subito se il proprio volo decolla o resta a terra”, spiega Giordano con la saggezza dell’esperto che ha visto tutto.
Ora, la differenza sostanziale sta nel tipo di personale in sciopero. Se è la compagnia aerea a fare le bizze, come nel caso dello sciopero del personale EasyJet, allora non si può più parlare di circostanza eccezionale e i passeggeri accordano il diritto a ricevere compensazioni monetarie che variano da 250 a 600 euro a seconda della tratta prevista. Be’, se non è questa una bella consolazione.
Se invece lo sciopero viene indetto da operai e controllori estranei alla compagnia – tipo addetti ai servizi di handling o sicurezza aeroportuale (pensiamo a Sea, Swissport, Gesap e compagnia bella) – la questione diventa un po’ più nebulosa. Qui si parla di circostanza eccezionale, e quindi niente risarcimenti automatici. Di fatto, se la causa del casino è esterna alla compagnia, alle tasche dei viaggiatori non arriva nulla e si accontentano di dover mangiare un panino in aeroporto e aspettare le carcasse dei voli.
Il Regolamento Europeo 261/2004, per chi non lo sapesse, garantisce almeno le briciole: in caso di cancellazione o ritardo scellerato causato dallo sciopero, i passeggeri hanno diritto all’assistenza ossia pasti, bevande, almeno due chiamate o email e, se proprio si esagera con la notte passata, pure l’hotel con annessi viaggi da e per l’albergo.
E se tutto va storto, almeno si può fare richiesta di rimborso totale del biglietto o farsi riproteggere su un altro volo. Come? Semplice, si apre il portale della compagnia, ci si arrabbia compilando il modulo UE apposito, magari via call center o direttamente allo sportello se siete in aeroporto e, cosa fondamentale, si conserva ogni pippetta cartacea utile: carta d’imbarco, email di cancellazione, scontrini per ogni snack da sopravvivenza.
Insomma, mentre il disturbo imperversa, le compagnie hanno l’obbligo di rispettare questi minimi protocolli, come rimborsare entro 7 giorni in caso di annullamento. Pronto, c’è qualcuno dall’altra parte a prenderci in giro? Certo, ma con regole di burocrazia vestite da solidarietà al passeggero.
Oppure, per i meno inclini alla lotta diretta, c’è sempre la seconda via: affidarvi a una società come RimborsamiTu. Bastano due minuti e il gioco è fatto, il tutto senza sborsare un centesimo. La procedura è semplice e indolore: compilate il modulo online con qualche domanda sulla vostra disavventura aerea, e il team si mette subito all’opera per valutare se il vostro volo aveva problemi e cosa dice la normativa in materia.
Entro 24 ore, vi arriva una risposta su misura nella casella email, dove scoprirete se avete diritto al rimborso o a qualche compensazione—ma non aspettatevi miracoli. Se la richiesta ha un minimo di fondamento, avvocati esperti entrano in azione per trattare direttamente con la compagnia, tenendovi aggiornati costantemente sullo stato della pratica. Il tutto fino al momento in cui, infine, vi chiederanno l’IBAN per farvi arrivare i soldi che vi spettano (quasi) senza troppi sforzi.
Anche se questa battaglia si combatte tutta davanti a uno schermo o via email, aspettatevi una chiamata dopo 24-48 ore, giusto per sentire quelle voci rassicuranti. E se avete bisogno, il servizio telefonico rimane sempre disponibile, perché niente è più rassicurante della voce umana… o qualcosa del genere.
Piero Armetta, co-fondatore di RimborsamiTu, si lascia scappare con orgoglio:
“Offriamo un servizio gratuito al passeggero: la disciplina consumeristica permette infatti di addossare le spese legali alle compagnie aeree. Per noi questo servizio è una missione. Otto anni fa, quando siamo nati, solo il 6-8% dei viaggiatori faceva richiesta di risarcimento. Oggi questa percentuale è salita al 30-35%.”
Alcuni consigli pratici per chi vola il 10 luglio
Se siete tra i fortunati o sfortunati a partire o arrivare il fatidico 10 luglio, ecco qualche dritta che potrebbe salvarvi dal caos:
– Prima di tutto, la classica mossa da furbetto: contattate la compagnia aerea per avere notizie fresche sullo stato del vostro volo.
– Consultate il listing ufficiale di voli garantiti pubblicato dal ENAC, quel caotico maestro di cerimonie che regola l’aeroporto nel belpaese.
– Tenete sempre d’occhio i siti degli aeroporti di partenza e arrivo, perché niente dice “benvenuti nell’era digitale” come il monitoraggio in tempo reale del vostro disastro aereo.
– E naturalmente, conservate ogni singolo pezzo di carta, email o screenshot, perché saranno la vostra arma migliore quando partirà la richiesta di rimborso o reclamo.