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Come l’ingegneria ha miracolosamente trasformato un attore in una star del teatro (o forse no)

Come l’ingegneria ha miracolosamente trasformato un attore in una star del teatro (o forse no)
Essere ingegnere mi ha insegnato più che a progettare: anche a stare sul palco da comica è questione di strategia

Essere ingegnere non serve solo a calcolare travi o ponti: per Giorgia Fumo, ingegnere di giorno e improvvisatrice teatrale di notte, quel rigore da tecnico si è rivelato la chiave segreta per destreggiarsi nel mondo tutt’altro che ordinato dello spettacolo comico.

Lei stessa racconta con un’aria da chi ha risolto un’equazione impossibile: “Sapevo come fare un business plan per le mie attività, la logistica è stata fondamentale perché organizzavo da sola i miei primi tour”. Tradotto: mentre molti artisti si perdono tra date e trasferte, lei è lì a smanettare su excel, planning e tabelle come un generale al comando di una battaglia. Un mix di creatività e strategia da non sottovalutare.

Nonostante l’impegno e la passione, Giorgia non nasconde le difficoltà di mantenere in equilibrio due realtà apparentemente così diverse. “Ho dovuto rinunciare a molte opportunità professionali nel mio settore di ingegneria perché i tour mi portano lontano da casa per giorni”. Una rinuncia calcolata, ma non senza costi, che dimostra come il lavoro artistico non sia un semplice hobby da “dilettante” ma un percorso impegnativo e spesso in conflitto con la vita tradizionale.

E la comicità? Sorpresa: “Non è più difficile dell’ingegneria, i problemi sono simili”. Evidentemente, la capacità di affrontare complessità e ostacoli non ha confini professionali; anzi, forse è proprio questa versatilità a renderla unica e invidiabile.

Ma non mancano le beffe del mestiere. Giorgia ha incontrato colleghi generosi e altri meno, specie quando si tratta di affrontare il business con occhio maschile: “Ci sono quelli che apprezzano il tuo valore e quelli che, essendo donna, ti vedono come una giocatrice di serie B”. Insomma, la solita pantomima di pregiudizi che non risparmia nemmeno le professioni più tecniche o creative.

La vera vittoria, però, arriva dai social, quel regno incontrollato dove il pubblico sceglie davvero chi applaudire. “Grazie ai social, sono in contatto diretto con il mio pubblico e sono loro a decidere”. Una lezione chiara: non servono conferenze istituzionali per farsi stimare, basta saper andare dritti alle persone che contano veramente.

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