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Coni gelato in crescita del 4% perché la gente adora complicarsi la vita con caramello salato e sette veli

Coni gelato in crescita del 4% perché la gente adora complicarsi la vita con caramello salato e sette veli

Quest’estate il gelato artigianale fa boom: dai classici intramontabili alle nuove provocazioni di gusto

Chi avrebbe mai detto che il gelato artigianale sarebbe diventato la star indiscussa dell’estate? Dal classico cono alla coppetta, il consumo di gelato è schizzato alle stelle, spinto non solo dal caldo soffocante ma anche dall’ondata di turisti che si riversano sulle nostre città. A Roma, per dire, si registra un aumento del 7%, ben oltre la media nazionale che si ferma al 4%. E il Sud non è da meno: Puglia, Calabria e Sicilia si contendono la palma d’oro con un +8%, grazie anche a granite e sorbetti alla frutta che, diciamolo, sono decisamente in voga.

Naturalmente il gelato è fresco, nutriente e, per molti, è ormai una valida alternativa al pasto principale, specie quando il termometro raggiunge livelli infernali. Il segretario generale dell’Associazione Italiana Gelatieri, Claudio Pica, che ogni giorno assaggia con occhio critico il mercato romano, ci racconta che sorbetti alla frutta italiana come prugna e fico sono molto gettonati. Non manca poi il trend del mango, particolarmente amato dai più giovani.

Immutato il fascino del pistacchio, nonostante il costo non proprio popolare della materia prima; il cioccolato invece, imprigionato nelle logiche inflazionistiche, ha subito rincari tra il 40 e il 60% causati dal prezzo del cacao. Dal canto suo, il caffè sembra godere di una relativa discesa nei prezzi. Che vogliamo dire? Neanche il gelato si salva dalle leggi dell’economia globale.

Ma non si vive solo di coni e coppette: cresce la voglia di gelato artigianale da asporto, quello venduto a peso in vaschetta, ideale per i più pigri o per chi vuole ricrearsi un piccolo angolo di freschezza a casa. Il prezzo? Tra i 25 e i 27 euro al chilo, roba da boutique. Se poi paragoniamo con il gelato industriale, che però arriva oltre 40 euro al chilo grazie alla speciale “aria” che gli viene pompata dentro, ci chiediamo chi abbia davvero fatto il passo avanti più grosso.

Le città che dominano la classifica dei consumi sono quelle che già immaginate: Roma, Firenze, Napoli e, più sorprendentemente, la calabra Reggio Calabria, patria del pluripremiato maestro gelatiere e presidente dell’AIG, Vincenzo Pennestrì. Gusti? Sempre più vari e sorprendenti. Al Sud, per esempio, predomina la nocciola, seguita dal “sette veli”, una provocazione fatta con ben sette tipi di cioccolato. Ma la modernità avanza: si parla ormai di caramello salato, gelato vegano e addirittura gelato chetogenico, ricco di proteine per i più esigenti dal punto di vista dietetico.

La vera tendenza, però, è il gelato “semplice e naturale”, con al massimo tre ingredienti. La panna? Sempre meno richiesta, soprattutto perché nessuno vuole pagare un extra per spalmare un po’ di schiuma. Che raffinata filosofia gastronomica.

Non stupisce che il gelato abbia trovato posto nella candidatura della cucina italiana come patrimonio Unesco. Del resto, come dice con una punta di sarcasmo Claudio Pica, un ringraziamento speciale va al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, forse perché finalmente qualcuno ha capito che quando si parla di gelato non si scherza.

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