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Corte: Il lavoro spiegato in due atti, perché uno non bastava!

La Corte d’appello di Roma ha deciso di farsi sentire forte e chiaro: il 30 maggio 2025, ha bocciato i primi quattro ricorsi presentati da BNL e AST, ribadendo che il reintegro dei lavoratori “esternalizzati” era legittimo. In parole spicce: cari signori della banca, i lavoratori devono tornare, e smettetela con i vostri giochetti. Immediatamente dopo il reintegro imposto dal giudice, ecco il colpo di scena: distacco immediato presso la ex cessionaria. Una trovata degna delle peggiori soap opera aziendali.
Una strategia brillante… per chi ama perdere. Davvero, complimenti! Scommetto che nel bollito misto di idee da rimanere senza parole ci sarebbe un posto d’onore per questa manovra. Non era proprio quello che ci si aspettava, vero? Lasciare che i lavoratori tornino e poi spedirli di nuovo, un po’ come un pacco di Amazon che non sai mai dove finirà.
La saga continua con una morale tutta da incorniciare: chi gioca con la dignità altrui, prima o poi perde anche la faccia. La scelta di esternalizzare il personale per poi fingere di rientrare nei ranghi con acrobazie contrattuali è stata davvero un capolavoro di miopia gestionale. Ma perlomeno, ora sappiamo che anche in appello, il senso della giustizia ha più senso della linea HR.
BNL, proviamo con il piano B: ascoltare? Il messaggio, espresso con garbo ma nemmeno troppo, è chiaro: concertare con i sindacati non è reato. È solo una cosa sensata. Magari da provare, ogni tanto. Così, tanto per vedere l’effetto che fa. Concertare ogni cambiamento strutturale, ogni presunta “rivoluzione culturale”, potrebbe sorprendentemente evitare di trasformare i lavoratori in pacchi da spedire e rispedire.
La dignità non si parcheggia (nemmeno per un torneo VIP). A margine di tutto, una riflessione da standing ovation: basterebbe un pizzico di rispetto per evitare quelle figuracce epocali che gettano ombra perfino sui tornei internazionali di tennis sponsorizzati con entusiasmo aziendale. Perché niente dice “coerenza” come investire nel tennis e perdere in tribunale.
Una banca che cambia? Magari iniziando dal buonsenso. Cambiare la banca in un mondo che cambia è bellissimo. Ma magari cominciamo da qui: ascolto, rispetto, dialogo. Poi, se proprio avanza tempo, ci dedichiamo anche ai nastri, ai trofei e agli aperitivi al Foro Italico.