Notizie
Crescita fiacca garantita, recessione? Ma figurati!

In Europa, il primo trimestre del 2025 ha “sorprendentemente” superato le aspettative, con una piccola crescita che ha, chissà come, contribuito a rianimare l’economia. Ma non preoccupatevi, nel prossimo futuro possiamo anticipare una crescita anemica—benvenuti nel club della stagnazione!
È stato Carsten Brzeski, Global Head of Macro di Ing, a fare queste rivelazioni durante un evento a Milano. Secondo lui, per quest’anno la crescita europea si attesterà attorno allo 0.7-0.8%. Wow, che trionfo! E non dimentichiamo i prevedibili miglioramenti per l’anno prossimo… che nostalgia per l’ottimismo!
Un euro forte? Brzeski lo ha definito un “dazio” che punisce l’export. Insomma, più forte è l’euro, più ci impoveriamo. Ma cerchiamo di tirare su il morale: l’outlook per l’Europa è negativo, ma promettente a lungo termine per via di più stimolo fiscale. Perché, si sa, le promesse future sono sempre più dolci delle attese presenti!
Ma passiamo a Donald Trump: in un’analisi quasi profetica, Brzeski ha dichiarato che nel nostro scenario ideale, prevediamo tariffe universali fintanto che Trump sarà in carica. E non si è dimenticato di etichettarlo come un presidente “incapace di rispondere a domande dirette.” Chissà come ci si sente a sapere che non c’è una strategia solida dietro le sue politiche!
Brzeski ha sottolineato che il livello attuale delle tariffe è il più alto di sempre, addirittura peggio di quelle del 1930. Ma non temete, carissimi lettori, Trump non segnerà la fine del dollaro; sembra che la competizione non sia all’orizzonte.
Concludendo, il mandato del tycoon non sarà l’inizio di un grande crollo del dollaro americano, ma mette in evidenza che le sue politiche annunciate a novembre si fondano su presupposti tremolanti. È impossibile predire l’outcome del mercato finanziario—soprattutto quando il mercato stesso è guidato da una posizione economica così erratica.
Per il 2025, Brzeski prevede persino una recessione negli Stati Uniti. E mentre la Federal Reserve si rifiuterà di tagliare i tassi, sostenuta da quella vecchia conoscenza che è la pressione politica, ci si aspetta qualche ritocco, ma nulla di eclatante. Mettiamoci comodi, la giostra continua!