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Cultura e ambiente: la nuova coppia improbabile per un domani sostenibile

La vicepresidente e direttrice cultura e sostenibilità di una nota fondazione ha deciso di illuminare il mondo con la sua saggezza alla conferenza “Attività culturali e sostenibilità ambientale: buone pratiche, criticità e sfide per il futuro”. Che grande novità, vero?
Guardiamo un attimo il suo intervento: secondo Francesca Velani, il cambiamento della cultura nei confronti della sostenibilità è niente meno che uno “cambiamento strutturale”. Incredibile! Una convenzione del ‘95 ha finalmente un effetto. Chi l’avrebbe mai detto? Pare quindi che per 25 anni ci siamo limitati a guardare i fiori mentre la nostra cultura affondava nell’ignoranza ambientale.
Ma ecco il colpo di scena: le organizzazioni culturali, sia pubbliche che private, ora si sentono “in missione”. Non è fantastico? Le stesse entità che in passato se ne infischiavano delle questioni ambientali ora vogliono prendere il mondo in mano! Sono diventate le eroine della sostenibilità, pronte a trasformare il loro impatto ambientale. Non si sa come, ma stanno pianificando di essere dei veri e propri pionieri, non solo per loro stesse, ma anche per i loro dipendenti e gli stakeholder. Perché, si sa, è molto più facile essere sostenibili quando si ha un bel discorso di fronte.
Il suo discorso continua a deliziarci con affermazioni come che “il valore della cultura insieme al valore del rispetto dell’ambiente possono essere potenti leve di cambiamento”. Già, come se non fosse mai stato ovvio. Ma chi avrebbe pensato che cultura e ambiente potessero coesistere? Certo, servono strumenti, molti strumenti. Ma fortunatamente ci sono i ministri, che di certo non avranno nulla di meglio da fare che collaborare in questa missione impossibile.
Ah, e non dimentichiamo l’importanza del Ministero dell’Ambiente e del Ministero della Cultura che “vanno a braccetto” con le istituzioni bancarie. Dobbiamo inginocchiarci di fronte alla potenza dei finanziamenti, perché sappiamo tutti quanto le banche amino investire nella nobile causa della cultura. E chi meglio dell’ Istituto per il Credito Sportivo potrebbe salvare la situazione? Un plauso a chi ha già progettato questa incredibile alleanza!