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De Carli ci ricorda che senza formazione gli ingegneri di Milano sono persi nel nulla

Alessandro De Carli, segretario dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano e presidente della Commissione ambiente, territorio e clima, non ha certo perso tempo a parlare chiaro sull’importanza della formazione: un vero e proprio pilastro per l’Ordine e per tutte le altre categorie professionali. “Siamo obbligati a formare i nostri iscritti per proteggere la collettività”, ha ricordato con solerzia, lasciando intendere che senza aggiornamento continuo, il rischio sarebbe di fare professione alla cieca.
Ovviamente, la ricetta non è improvvisata: tutto si basa sulle illuminanti idee che emergono dalle varie commissioni interne, vere fucine di temi fondamentali su cui organizzare la formazione. Insomma, non si lascia nulla al caso o al caso politico del momento.
L’incontro annuale degli iscritti 2025, tenutosi nella sontuosa sede di Palazzo Montedoria a Milano, non è stato solo un appuntamento rituale. È stata soprattutto l’occasione per fare il punto su argomenti chiave che guideranno il futuro degli ingegneri: formazione, dialogo con le istituzioni e quel concetto di collegialità che suona tanto bene nei discorsi ma che, si spera, venga attuato davvero.
Durante la giornata sono stati condivisi con trasparenza i numeri – sì, anche quelli contabili – con il bilancio consuntivo del 2024 e il conto economico preventivo per il 2025. Perché tanto romanticismo a parte, l’Ordine è anche una macchina burocratica da gestire con cura.
E proprio quest’anno, la formazione ha fatto un salto tecnologico notevole grazie a un ciclo di webinar sull’intelligenza artificiale. Organizzati in collaborazione con un network di associazioni di ingegneri provenienti da quattro delle principali regioni europee, questi incontri hanno offerto una panoramica di visioni diverse sul tema dell’AI. Un modo elegante per dare agli iscritti una prospettiva europea, lontano dai confinamenti nazionali, proprio nel momento in cui l’Europa discute il famigerato Ai Act.
Alessandro De Carli ha concluso con una punta di orgoglio: “Questo approccio ha permesso ai nostri iscritti – e anche a quelli delle altre associazioni coinvolte – di ascoltare un’unica voce che proviene dall’Europa, offrendo uno sguardo più ampio e costruito, piuttosto che rimanere chiusi sulle prospettive italiane.”