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Debito pubblico schizza ancora: ad aprile tocca quota da capogiro 3.063,5 miliardi e nessuno fa niente

Debito pubblico schizza ancora: ad aprile tocca quota da capogiro 3.063,5 miliardi e nessuno fa niente

Il debito pubblico italiano continua la sua marcia trionfale, crescendo ad aprile di altri 30,1 miliardi, portandosi a un esorbitante totale di 3.063,5 miliardi. Come se non bastasse il già montante fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche, che da solo ha aggiunto 21,5 miliardi, si sono sommate anche le generose politiche di accumulo delle disponibilità liquide del Tesoro, salite di 7,2 miliardi, arrivando così a 69,4 miliardi. A completare il quadro, come ciliegina sulla torta, ci sono gli effetti particolarmente amichevoli di scarti, premi all’emissione e al rimborso, rivalutazioni di titoli indicizzati all’inflazione e variazioni dei tassi di cambio, che hanno gonfiato il numero di ulteriori 1,4 miliardi.

La colpa di questo record personale? Ovviamente la si può attribuire quasi esclusivamente alle Amministrazioni centrali, che hanno saputo onorare la tradizione aumentando il loro debito di ben 29,9 miliardi. Nel frattempo, come un sospiro di sollievo in mezzo al caos, le Amministrazioni locali e gli Enti di previdenza si sono limitati a restare invariati, quasi fossero in vacanza dalla crisi. Il debito, nel frattempo, mantiene una vita media residua di 7,9 anni, segno che nessuno ha ancora trovato un modo per liberarsene più rapidamente.

Passando al balletto della proprietà del debito, la parte detenuta dalla Banca d’Italia continua la sua drastica discesa, calando dal 20,5% al 20,2%, quasi come se volesse liberarsi di questo fastidioso fardello. Nel frattempo, a marzo – l’ultimo dato disponibile – i non residenti hanno lievemente aumentato la loro presa, portandola dal 31,9% a un più consistente 32,4%, battendo cassa con interesse per sostenere il nostro spettacolare show di indebitamento. Nel frattempo, la quota degli altri residenti, comprensiva di famiglie e imprese non finanziarie, ha subito una piccola flessione, passando dal 14,4% al 14,3%, probabilmente troppo impegnati a cercare di capire come non affondare con la nave.

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