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Delfin quasi padrone di Mps grazie al gentile benestare della Bce: ma davvero ci voleva tanto?

Delfin si prepara a conquistare una fetta significativa di Monte dei Paschi di Siena, potendo salire quasi al 20% del capitale sociale. Secondo fonti finanziarie, la Banca centrale europea non ha perso tempo e, lo scorso 12 agosto, ha concesso il lasciapassare alla holding della famiglia Del Vecchio per aumentare la sua partecipazione fino al 19,99%.
Al momento, Delfin detiene già quasi il 10% del mitico istituto senese, un risultato niente male se si considera il contesto di una banca che, tra scandali e salvataggi, continua a far parlare di sé. L’autorizzazione della Bce apre la strada a un possibile consolidamento ben più consistente, trasformando la holding in un protagonista di prima fila nelle decisioni strategiche di una delle banche più chiacchierate d’Italia.
Se era poca cosa detenere meno del 10%, ora la famiglia Del Vecchio può puntare a una presenza quasi dominante, sfiorando la soglia simbolica del 20%. Un bel traguardo considerando i tempi complicati per il sistema bancario, e una chiara dimostrazione di quanto l’assetto azionario di Monte dei Paschi di Siena stia vivendo un momento di trasformazione radicale.
Naturalmente, questa mossa non passa inosservata, perché significa che chi detiene il potere finanziario sta facendo i conti con un banco di prova dalle implicazioni non banali. L’obiettivo? Chissà, forse prendersi una fetta maggiore del salvadanaio senese, o semplicemente posizionarsi per sfruttare ogni possibile futuro rimbalzo di una banca che invece spesso sembra camminare sul filo del rasoio.
Nel frattempo, restiamo a guardare come evolve questa partita a scacchi, dove ogni mossa è calibrata e certificata dagli “alti palazzi” europei. Dopotutto, quando Banca centrale europea e grandi investitori si mettono d’accordo, c’è da aspettarsi che il gioco diventi piuttosto interessante, con un occhio rivolto a intrecci di potere che vanno ben oltre i classici azionisti di minoranza.