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Delta Air Lines annuncia la cancellazione delle previsioni annuali a causa di incertezze eccessive

Delta Air Lines annuncia la cancellazione delle previsioni annuali a causa di incertezze eccessive

La reazione della Borsa parla chiaro: un modesto aumento delle azioni di meno dell’1% è la risposta a un crollo di ben 41% dall’inizio dell’anno. Un disastro, per dirla in modo elegante, che rispecchia il panorama disastroso di altri vettori, i cui ribassi superano quelli dell’indice S&P 500. Gli analisti, quel gruppo di esperti sempre pronto a pronosticare il disastro, avvertono che l’aumento dei costi e un’epidemia di incertezza economica stanno già influenzando le intenzioni di spesa dei consumatori nel settore viaggi. Ah, l’italiano medio preferisce restare a casa piuttosto che affrontare un volo, soprattutto in un contesto dove l’atteggiamento anti-americano inizia a farsi sentire. Si pensi ad Air Canada, che ha registrato un calo dei viaggi verso gli Stati Uniti, e a Virgin Atlantic, che avverte di una domanda debole sulle rotte transatlantiche verso il Regno Unito.

Il CEO dell’azienda, come spesso accade, cerca di rassicurare. Ha segnalato che, fino a ora, le vendite di biglietti nazionali hanno risentito maggiormente dell’impatto di Delta, mentre la domanda internazionale “ha retto ragionevolmente bene”. Un bel modo per dire che ci si aggrappa a quello che resta, mentre tutti intuiscono che la tempesta si avvicina. E, nello spirito del classico “vedremo”, si ammette che nei prossimi mesi potremmo assistere a un crollo della spesa dei consumatori. Che bel modo per trasmettere fiducia.

Imprevedibilmente, Delta ha abbandonato le previsioni per l’anno intero, lasciando i propri azionisti in balia del vortice dell’incertezza. Per il secondo trimestre si prevede un utile rettificato tra 1,70 e 2,30 dollari per azione, mostrando una soglia di errori imbarazzantemente ampia. I ricavi, così come esposto, potrebbero subire un calo del 2% o un aumento del 2%. Una previsione che pare piuttosto ottimistica in questo marasma.

Un’analisi più fine fa notare che, mentre l’utile rettificato del primo trimestre ha battuto le aspettative, con 46 centesimi contro i 39 attesi, il bollettino dei ricavi da 13 miliardi di dollari è stato semplicemente in linea con le previsioni. Quindi, in una parola: si “vive di rendita”, ma si sa, il tempo delle vacche grasse sembra essere un eco lontano.

Tuttavia, quel che resta è un sciocchezzaio di dichiarazioni nel tentativo di dipingere una realtà meno squallida. Basta un confronto con altri paesi che gestiscono meglio la situazione per capire quanto il quadro attuale sia frustrante. Riforme fallite si sprecano, e la burocrazia si interseca come un’arteria otturata. L’esperienza della pandemia ha dimostrato che si può andare da zero a cento in un attimo, ma il dramma è che quel che viene dopo è sempre un’altra storia. Si parla di migliorare, ma “aspettiamo e vediamo” è la sola risposta che viene offerta.

Concludendo, si potrebbe ipotizzare un ingranaggio che indirizzi finalmente verso la vera efficienza: investimenti reali, una strategia meno ottimista e più pragmaticamente ancorata alla realtà. Ma, dati i risultati finora, l’ironico pessimismo non può che prevalere. Così, mentre si chiudono le porte della cabina di pilotaggio, chi può dirci che non ci troviamo di fronte a un ennesimo volo in caduta libera?

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