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Disabili, Fava (Inps): Nuove strategie per un welfare evolutivo

Il presidente di Inps, Gabriele Fava, si presenta a Firenze con parole che sembrano estratte da un manuale di fantastiche promesse. “È un progetto che va incontro al welfare generativo“, proclama, come se il già complesso sistema del welfare non fosse già afflitto da contraddizioni e inefficienze. In questo “convegno della speranza” si discute di una riforma che promette di migliorare la disabilità attraverso il D.Lgs. n. 62/2024. Ma chi può dire se questa sarà l’ennesima riforma inefficace o un reale passo verso un sistema integrato, efficiente ed inclusivo?

Parole vs. Azioni: Chi Sta Scommettendo sul Futuro?

Tre mesi dopo l’avvio della sperimentazione, i vari attori – Inps, politica, sanità e chiacchieroni di categoria – si riuniscono per discutere di procedure nuove nel sacro nome della salute e necessità dei cittadini. Si potrebbe pensare che una riforma così attesa porti effettivamente dei risultati tangibili, ma considerando il passato, ci si potrebbe anche chiedere: quante riforme sono state “sperimentate” già prima senza mai vedere la luce? E perché la scelta di concludere l’ennesimo “meeting del benessere” nel sontuoso Palazzo Pazzi Quaratesi, sede Inps a Firenze, con tutti i suoi addobbi storici, se non per il puro scopo di apparire? Una chiara mossa che, sebbene si pretenda sia un fulcro della riforma, fa storcere il naso.

Inclusività o Illusione?

“La riforma mette al centro la persona”, afferma Fava, come se il semplice enunciato di un espediente linguistico bastasse a risolvere anni di burocrazia soffocante. Si parla di “personalizzazione” e di un “progetto di vita” che dovrebbero rispecchiare i desideri delle persone, un concetto che rasenta l’assurdità quando ci si rende conto che, nella pratica, persino i desideri più basilari sono spesso trascurati. Ecco l’ennesimo slogan che cela dietro di sé un panorama complesso, dove il reale obiettivo sembra più orientato a mantenere il potere e il controllo da parte di un unico soggetto – l’Inps.

Una Riforma Ferma e Sognante

Ci sfugge il crudo fatto che l’attesa di un cambiamento reale nella vita delle persone con disabilità si scontra con una burocrazia che arranca. Le promesse di un welfare inclusivo suonano come una melodia stonata in un concerto tenuto da un’orchestra disfunzionale. E nel bel mezzo di questo teatrino si pongono i bisogni quotidiani delle persone, che vengono completamente ignorati. Se il welfare generativo fosse davvero praticato, sarebbe già possibile vedere quegli effetti tangibili, invece dell’ennesimo vortice di parole echeggianti nel vuoto.

Quindi, cosa possiamo ipotizzare per il futuro? Magari un monitoraggio attivo da parte di cittadini realmente investiti nella materia – gli stessi che attendono un aiuto concreto. O forse più trasparenza e responsabilità, così da non farci sempre imbottire di sofismi che alla fine non servono a nulla. Ma è naturale avere dubbi, in un mondo dove tutto cambia, tranne le promesse non mantenute.

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