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E-commerce: le aziende italiane su Amazon oltrepassano i 3,8 miliardi nel 2024

Non c’è niente di più ridicolo che un gigante come Amazon che si lancia in festeggiamenti sperticati per il “successo” delle vendite italiane. Una cifra da capogiro, 3,8 miliardi di euro di “vendite all’estero” nel 2024! Davvero impressionante, se non fosse che parliamo di un sistema che sfrutta le piccole imprese italiane, strizzandole come limoni per scontare prodotti a prezzi stracciati, mentre le multinazionali continuano a prosperare.

La vetrina Made in Italy che compie dieci anni è solo una maschera ben studiata. Quante meraviglie possono contenere i 5.500 “realtà italiane” supportate? Una goccia nel mare, mentre le piccole aziende combattono ogni giorno contro la prepotenza di un colosso che si riempie le tasche. E chi crediamo sia davvero in “collaborazione” con l’Agenzia Ice? Solo un’altra facciata di un’operazione commerciale che nasconde lucrose politiche economiche.

Di che valore hanno le “misure normative” che il fantomatico ministero delle Imprese e del Made in Italy vorrebbe far credere di aver introdotto? Le leggi sembrano più un buffet di promesse affette da **incapacità** che un piano concreto per salvare la produzione italiana. Questi “incentivi” mirati sono come cerotti su una ferita aperta, incapaci di affrontare le vere criticità di un settore in crisi.

E ci si aspetta che festeggiamo un percorso fatto da chi? Da chi ha visto un incremento, seppur apparente, senza mai considerare quelle storie di sacrifici e sofferenze dietro i numeri, figure silenziose di chi ha investito passione e lavoro, solo per essere schiacciati dalla concorrenza interna. Per non parlare delle aziende che, pur “supportate”, soffocano nella burocrazia e nell’incertezza.

Non ci dimentichiamo del virtuosismo della digitalizzazione e dell’internazionalizzazione. A cosa serve fast food digitale se le piccole e medie imprese sono escluse dai benefici reali? Il partenariato pubblico-privato è un altro termine per giustificare un sistema che ignora le vere necessità delle imprese italiane, tutto mentre il potere si crogiola nel proprio immobilismo.

Ma i festeggiamenti non si fermano qui! Un evento, un’altra apparente passerella senza sostanza! Chi si preoccupa dell’effettivo apporto all’export delle “nostre” aziende quando i veri protagonisti sono schiacciati dal sistema? Ecco, questa è la verità: cresciamo a dismisura in numeri mentre la sostanza si dissolve nel nulla.

Ecco quelle che dovrebbero essere le “soluzioni”: lasciar cadere le scatole vuote e cominciare a pensare a un vero sostegno alle pmi. Ma chi ha tempo per ascoltare le vere voci del Made in Italy? La realtà è che se qualcuno avesse realmente a cuore queste piccole realtà, una celebrazione come questa non sarebbe necessaria. Un bel modo per mascherare l’incompetenza con un sorriso di facciata! Ma di morale, di speranza, di sostegno? Niente di tutto ciò. Solo una farsa da palcoscenico.Iniziamo questa farsa sul presunto successo del Made in Italy in Amazon, dove dieci piccole e medie imprese si pavoneggiano come se fossero il futuro dell’economia italiana, tutto grazie a una piattaforma che stritola le loro esistenze e le riduce a mere vetrine. Che ipocrisia! Ecco l’evento ‘Amazon Made in Italy Award’, un riconoscimento che fa ridere, imbrattato da un ministero che si scopre essere soltanto un burattino in mano a giganti del commercio elettronico. Parliamo di una giornata che si tinge di tricolore, ma, ahimè, la sostanza è purtroppo assente.

Siamo in un contesto dove il design italiano, che dovrebbe essere celebrato come emblema di creatività, è relegato a una lista di prodotti in vendita, trasformato in un’arida categoria su un sito web. E che dire della sessione formativa che Amazon offre a queste aziende? Una corsa disperata per sopravvivere in un mondo che ha già dimenticato le tradizioni. Le storie di chi ha trovato un po’ di respiro nel digitale, come quella di Maria Antonietta Orlando, suonano più come una denuncia: un percorso di emergenza, non una celebrazione autentica.

E khôngsì, ecco l’altra faccia della medaglia: Ronny Gobbo e la sua finta innovazione. Mobili venduti online, una mossa che nel 2023 dovrebbe essere il minimo sindacale! Ma chi credono di ingannare? Rivoluzionare il proprio business per incrementare le vendite, mentre in verità si rinuncia al contatto umano, all’arte di fare affari. E cosa resta? Semplici dati di fatturato che raccontano solo successi apparenti.

E poi, il gioco delle cifre! Vengono squillate come trombe per decantare i 20 miliardi di euro investiti. Ma il vero problema sta nell’altro lato della medaglia: questi numeri non possono nascondere lo sfruttamento sistematico di migliaia di piccoli imprenditori. Investimenti? Solo per far girare la macchina di un colosso che non ha interesse vero per il Made in Italy, ma solo per il profitto.

Chi sono le vere vittime di questa farsa? Le piccole e medie imprese, ingannate da promesse di opportunità irripetibili. La verità è che l’unico vero vincitore qui è Amazon, che riesce a guadagnare su qualsiasi movimento di un artigiano locale. Le storie di successi personali diventano fiabe inventate, mentre il sistema continua a drenare risorse senza alcuna pietà.

E ora, le “soluzioni”? Una schiera di illusioni come Accelera con Amazon, un programma che appare come un palliativo per coprire la vergogna dello sfruttamento quotidiano. Se qualcuno si prendesse realmente cura di queste piccole realtà, non saremmo qui a esultare per un premio insignificante che non cambierà mai le loro vite.

Insomma, se il Made in Italy avesse un vero supporto, non si troverebbe a dipendere dalle briciole di un gigante del digital. Ma, come sempre, felicità e cambiamento restano ben lontani in questo panorama saturato da ipocrisia.

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