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EasyJet: pronti ad affrontare la diminuzione della domanda verso gli Stati Uniti

EasyJet non si fa intimorire dall’incertezza attuale e tira dritto. Dopo aver *conquistato* gli slot di Lufthansa e Ita Airways a Milano Linate e a Roma Fiumicino, dismessi a seguito del merger, ora punta alla clientela business delle compagnie major con la promozione *“Smiles & More”*. Un’offerta che sembra più un messaggio promozionale che una vera opportunità, riservata ai frequent flyers del vettore tedesco e di quello italiano; per un anno, potranno sottoscrivere il programma easyJetPlus a metà prezzo. Quello che non si dice è che, in realtà, la proposta permette di volare i **bagagli** gratis, ma chi può realmente permettersi di considerare questo un vantaggio, in un contesto dove il costo dei biglietti aerei è già di per sé un salasso?
Kenton Jarvis, il neoeletto CEO che sembra avere un chiaro obiettivo, è passato al timone della low cost britannica solo a gennaio; ha già lanciato l’ardita sfida a British Airways in Inghilterra. Una strategia che, ai più acuti, apparirà come l’ennesimo tentativo di consolidare e diversificare la **presenza** in Italia, ora secondo mercato dopo la Gran Bretagna e davanti alla Francia. Con i nuovi voli operativi da Linate a Fiumicino, l’azienda punta a insidiare la clientela, cercando di assorbire una probabile riduzione della domanda di voci transatlantici da London agli Stati Uniti, come se il mercato possa essere così facilmente rimpiazzato dalla clientela europea.
Dopo il record dello scorso anno con 100 milioni di passeggeri, ci si potrebbe aspettare un’estate travolgente. Ma ecco la vera sorpresa: i segnali delle prenotazioni sono «forti» ma l’ottimismo è un abito un po’ troppo pesante. Nel trimestre aprile-giugno, le prenotazioni sono in anticipo rispetto all’anno precedente, mentre il quarto trimestre, da luglio a settembre, è ancora giù del 30%. Ma chi non si fa illusioni sa che questa è la normalità per questo periodo dell’anno. Facile affermare che è «presto per fare previsioni».
E c’è da chiedersi: l’attuale situazione di incertezza non potrebbe cambiare il *sentiment* del mercato? Virgin Atlantic ha già messo in guardia dichiarando che la domanda di viaggi dagli Stati Uniti verso la Gran Bretagna è **rallentata** a causa dell’incertezza economica americana. Ma EasyJet, con un colpo di retorica, svicola: «Non siamo esposti verso gli Stati Uniti», affermano, come se questo potesse attutire il colpo. Ci presentano come una compagnia interamente europea, con aerei prodotti da Airbus a Tolosa, mentre non si può ignorare che le scelte aziendali spesso si basano su logiche di mercato poco chiare.
Si riscontra un certo interesse per i voli a medio raggio e per destinazioni nel **Nord Africa**. Certo, questo potrebbe posizionare EasyJet in una buona situazione per affrontare l’eventuale flessione della domanda transatlantica. Ma è il tipo di *interesse* di cui si parla o si pompa come una bolla? La verità è che mentre il mondo del trasporto aereo cerca di risolvere contraddizioni e promesse disattese, EasyJet sembra navigare in un mare di **incertezze**.
In un contesto del genere, sarà mai possibile trovare soluzioni efficaci? È difficile non sentirsi delusi. Le promesse di un miglioramento si perdono nella nebbia delle strategie mal progettate e delle risposte tirate via. Possono forse queste misure superficiali e gli slogan accattivanti convincere i passeggeri a lasciare le compagnie tradizionali? Probabilmente, no. Ma, chissà, forse un giorno ci sarà un vero cambiamento, e non ci toccherà continuare a ballare sulle note delle stesse promesse vuote.