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Ecco a voi $Pope, la criptovaluta che promette di salvare una ‘Chiesa all’avanguardia’—per chi ha voglia di scommettere!

Dopo il trionfo delle criptovalute di Trump e Melania, l’universo delle monete digitali si arricchisce di un’altra ‘genialata’ finanziaria, dedita nientemeno che al futuro Papa. Siamo a un passo dal Conclave che deciderà chi prenderà il posto di Bergoglio, e voilà: nasce il $Pope, un meme token che si vanta di essere il simbolo di una “Chiesa pronta a saltare nel futuro”, criptovalute incluse. Sul portale getpopememes.com – dove la trasparenza è praticamente un miraggio – questa moneta digitale viene descritta come uno strumento per “dare voce alla Chiesa in un mondo sempre più contorto e pieno di sfide”, come se avessimo mai sentito dire che Dio avesse bisogno di un account Instagram.
Per attrarre i potenziali investitori a questa ‘incredibile’ iniziativa benefica, viene specificato che il 35% di tutti i token sarà donato alla Chiesa Cattolica. In totale – ci dicono – saranno emessi 1 miliardo di token: oltre al 35% riservato al Vaticano (che immaginiamo riceverà sotto forma di grano miracolosamente convertito in criptovaluta), il resto servirà a ripagare i creatori e il marketing (25%), ma anche a coprire le spese di ‘ecosistema’ (15%), liquidità (15%) e distribuzione al pubblico (10%). Giocando con le cifre, il valore di questo miliardo di meme ‘papali’ si aggirerebbe attorno ai 45 milioni di dollari; pertanto, alla Chiesa Cattolica andrebbero al massimo 16 milioni, mentre gli ideatori si intascheranno oltre 11 milioni. Illuminante, non trovate? Se questo è il modo in cui la Chiesa nel 21° secolo si fa sostenere, ci viene da pensare che forse è il momento di ricontare i soldi nelle collette domenicali.
In effetti, investire in questo strumento è un po’ come camminare su un campo minato, come avrebbero già avvisato le varie autorità di regolamentazione finanziaria che sembrano sempre più propense a dare consigli a chi non li chiede. Per mettere le mani sulla ‘moneta digitale del Papa’, si è costretti a scambiare i propri risparmi in un’altra criptovaluta, Solana. E già, solo il passaggio dai soldi “reali” – diciamo dollari o euro – a Solana e poi a $Pope fa evaporare un bel 5% dell’investimento. E non dimentichiamo i tristi precedenti delle cripto lanciate da Trump e Melania: la prima ha perso l’83% del valore dal 19 gennaio, mentre la seconda è andata addirittura a picco del 97%. Dunque, l’idea di aiutare la Chiesa Cattolica tramite speculazioni di questo tipo ci fa pensare che esistano metodi di sostegno ben più solidi e meno rischiosi.