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Ecco come coltivare insalata nel vuoto spaziale: un’idea geniale o l’ennesima follia?

Ecco come coltivare insalata nel vuoto spaziale: un’idea geniale o l’ennesima follia?

“Gli astronauti non vanno mai in pensione”, sembra dire Franco Malerba, il leggendario primo astronauta italiano. È nato nel 1946, e dopo la sua ultima avventura spaziale, crede di poter inventare la ruota. Ha dato vita a Space V, una startup che ha sviluppato la “Adaptive Vertical Farm”. Certo, chi non vorrebbe mangiare insalate fresche mentre è fluttuante tra le stelle? Questa serra spaziale dovrebbe essere testata nella Stazione Spaziale Internazionale, un passaggio obbligato per divenire il giardino del futuro su stazioni orbitanti commerciali e avamposti lunari, grazie al programma Artemis della Nasa.

Ah, il cibo fresco, la cosa che tutti sognano durante un viaggio spaziale! Malerba afferma che “il cibo fresco è una delle cose che manca di più nelle missioni di lunga durata”. Ma, attenzione, non stiamo parlando di un ristorante stellato, piuttosto di non mangiare una pappona di cibo disidratato che induce a riflessioni esistenziali. Con il turismo spaziale in espansione, chi non pagherebbe un patrimonio per affondare i denti in un pomodorino fresco mentre fluttua a 384.400 chilometri dalla Terra?

Ma non vi illudete, il prototipo della serra non è ancora pronto a spiccare il volo—è “troppo pesante”. Malerba chiarisce che gran parte dei sistemi è progettata con la speranza di volare, ma intanto stanno conducendo uno studio di fattibilità con fondi dell’Asi e con la collaborazione di Altec. Ci vorranno anni per avere un oggetto pronto per la Stazione Spaziale, e questa sì che è una bella tempistica! Quando mai sperare di avere qualcosa di pronto in un paio di anni?

Vivere, lavorare (e mangiare) sulla Luna? Speriamo di sì! Il Multi-Purpose Habitation module (Mph) sarà il primo modulo abitativo italiano sulla superficie lunare. Un luogo sicuro per astronauti in missione al polo sud della Luna, o giusto per sentirsi a casa mentre si tenta di non affondare nel nulla.

Malerba è convinto che “gli anni Venti devono essere il decennio del ritorno sulla Luna, e non solo per una visita di cortesia”. Il futuro sembra roseo: le infrastrutture e le tecnologie attuali potrebbero finalmente permetterci di restare lì. E chi non vorrebbe ampliare le proprie conoscenze scientifiche mentre incontra gli extraterrestri? Con un pizzico di autocritica, ci ricorda che, in fondo, il nostro ruolo nell’universo è piccolo, ma la nostra curiosità è infinita!

Entro il 2030 potremmo perfino vedere il Gateway lunare, una stazione spaziale in costruzione “in fase avanzata”, secondo le previsioni di Malerba. Ah, l’impatto di vedere due astronauti che salutano dal nostro satellite! Ma attendiamo e speriamo, perché le cose non si fanno mai in un batter d’occhio.

La serra spaziale è esposta a Euroflora, e si può solo immaginare le aspettative. Malerba parteciperà a due eventi per discutere le meraviglie dell’agricoltura spaziale. “Coltivare nello spazio non è più solo un sogno, ma una necessità!” grida. Con un pizzico di drammaticità, dichiara che la serra è il frutto di anni di ricerca e che è destinata a portare l’agricoltura sostenibile, non solo nello spazio, ma anche su terreni difficili sulla Terra. E quale occasione migliore della rinomata Genova per mostrare tutto questo?”

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