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Ecco come gli albergatori rischiano di svegliarsi dal sogno Bezos a Venezia

Non c’è niente che faccia battere il cuore di Venezia più delle nozze di un magnate del calibro di Jeff Bezos. Almeno secondo Antonio Onorato, il gestore di Palazzina Grassi e orgoglioso membro dell’Associazione Veneziana Albergatori. Dopo tre giorni di festeggiamenti senza precedenti, culminati questa sera all’Arsenale, vede tutto rosa e fiori: “È stato un successo clamoroso per la città, che dovrebbe prendere esempio e continuare a ospitare eventi di questa portata, mica solo matrimoni modestissimi”.
Non c’è che dire, la “visibilità” è arrivata eccome. Gli ospiti, un vero e proprio campionario di celebrità e influenti, hanno passeggiato tranquilli per le calli senza nemmeno la mamma di Netflix o un esercito di guardie del corpo a ogni angolo. Questo, secondo Onorato, dimostra che Venezia «è sicura», contraddicendo ogni articolo che spopola ogni anno sul “caos e pericolo” in laguna.
Ma che succederà dopo questo “effetto Bezos”? “L’auspicio è che gente potente come lui, che ha amato così tanto la città, stimoli altre personalità di alto livello a venire spesso a Venezia”. Come se per ora i vip passassero da queste parti solo per un selfie veloce e scappassero via. È vero che la città è già frequentata da stelle e stelle cadenti da ogni angolo del globo, ma, rincara la dose Onorato, “il turista di lusso arriva una volta ogni tanto e poi se ne va dopo un weekend. Invece questa città vorrebbe essere un appuntamento annuale, quasi una seconda casa, anche per chi abita dall’altra parte dell’Oceano”. Fantasie meravigliose, naturalmente.
Questo “mr. Amazon” ha fatto una consegna speciale a Venezia: un sold out totale nelle strutture ricettive che, guarda un po’, non ospitavano direttamente gli invitati del matrimonio. E mica poteva andare diversamente visto il periodo più che turbolento che attraversa la Lagoa, tra guerre, dazi e incertezze politiche da far impallidire qualsiasi sceneggiato. “La speranza è che questo evento possa invertire una tendenza che cominciava a far preoccupare”.
La notizia del matrimonio reale in laguna ha mandato in visibilio gli albergatori, in crisi d’astinenza da eventi spettacolari. “Questi sono i colpi che servono a Venezia”, ammette Onorato, ignorando forse che tra le mura antiche nessuno può comprare la felicità. Oltretutto, oltre ai fasti del magnate, si sono celebrati anche altri matrimoni pharaonici firmati da persone meno famose ma altrettanto “influenti” e con un numero di invitati che farebbe impallidire un piccolo festival estivo.
Secondo l’albergatore, Venezia dovrebbe puntare tutto su “un turismo di qualità, con un’offerta all’altezza e senza snaturare l’essenza della città, che deve restare accogliente e desiderosa di questo tipo di visitatori”. Insomma, la laguna come parco giochi per super ricchi. Non un’idea controversa per niente.
Quando gli viene chiesto se Venezia può reggere eventi di questa portata senza gridare “Al lupo” per traffico o caos, Onorato si professa sereno: “È probabilmente la città migliore, almeno in Italia, per gestire eventi di questo tipo. Molto più semplice rispetto ad altre metropoli soffocate da traffico e sovraffollamento dove persino un battito di ciglia può generare una crisi”. C’è chi vede il mondo come una laguna di serenità totale, evidentemente.