Notizie

Eccoci con 60mila richieste per l’ennesimo bonus per giovani e donne: manovra geniale o solito gioco di illusioni?

“Sono già arrivate 60mila domande per il bonus giovani e donne”, ha annunciato il ministro del Lavoro, Marina Calderone, a un evento di spessore como il Festival del lavoro a Genova. Impressionante, vero? A questo ritmo, presto potremmo vedere anche una campagna pubblicitaria per promuovere il sussidio.

Ma non fermiamoci qui: secondo il ministro sta diminuendo il tasso di inattività. Mentre si gode questa vittoria a metà, ha affermato che “il lavoro è più conveniente del sussidio”. Che approccio rivoltante! Non c’è forse un piccolo problema qui? Non stiamo dicendo che il sostegno deve essere un trampolino di lancio verso una vita lavorativa attiva, non una zattera da cui non ci si può tirar su? La contraddizione è palpabile.

“Il Siisl sta funzionando e funzionerà ancora meglio”, ha garantito. Ci chiediamo: funzionerà per chi? L’affermazione suona come una meravigliosa pacca sulla spalla, ma nel mentre i giovani, “quelli che non lavorano e non si formano”, rimangono in attesa di un miracolo. E poi, l’idea geniale di un “web coach virtuale” che aiuterà i giovani a capire le loro aspirazioni, da cui traggo il picco massimo di sarcasmo: perché chieder loro di scoprirlo stesso quando ci possiamo affidare a un algoritmo?

E non dimentichiamo il curriculum! Naturalmente, un curriculum decente è la chiave per allineare il sogno del giovane con le esigenze dell’azienda. “Quando c’è un connubio, possiamo dirci fortunati”. Ma andarci a sbattere, come si suol dire, e conoscere la verità dei numeri è un altro paio di maniche.

Con le agenzie per il lavoro che si affacciano sulla scena, ci si aspetta che facciano le magie. Magari riusciranno a rendere meno doloroso l’incontro tra domanda e offerta. È tutto un bel “sistema” dove “interagiscono le regioni e i centri di formazione professionale”, ma quante volte abbiamo visto questa sceneggiatura senza finale felice?

Il ministro ha reiterato che “la formazione deve fare la fortuna dei formati e non dei formatori” – un’affermazione che ci riporta indietro nel tempo, dimenticando che è già successo più e più volte. Ma sapete, l’importante è la retorica, non la sostanza.

“Il clima che si è creato è positivo”, ha continuato Calderone. Ma ha davvero interagito con la realtà? Tutti vogliono “fare la loro parte”, ma come? Lei ha proseguito dicendo che “l’imperativo è tenere conti in equilibrio” – un concetto sublime, se non fosse che la realtà è ben diversa. Una sobria affermazione senza alcuna concretezza.

Il “Fascicolo sociale e lavorativo” è la nuova panacea, non è vero? Sembra che dietro ogni angolo ci sia una porta d’ingresso alla pubblica amministrazione, finalmente utile per cittadini e Stato. Ma chi la festeggia avrà il coraggio di svelare quante promesse sono state fatte e mai mantenute? Come sempre, ci vogliono “dati reali” ma con più chiacchiere che fatti.

Il tutto, secondo Caridi, “realizza finalmente il principio ‘once-only'”. Un approccio senza dubbio futuristico! E mentre i podatari possono consegnare i loro dati una sola volta, quante volte dovranno sentire la fatidica frase “Ci scusiamo per il disguido”? Al diavolo la burocrazia, ma solo sulla carta, ovviamente.

Così, attraverso la magica interoperabilità, il nostro bel Paese dovrebbe ridurre la frammentazione e “restituire valore”. Ma, come ci insegna la storia, il “valore” raramente si traduce in qualcosa di concreto, e noi ci ritroviamo a sperare nel cambiamento mentre i dati si accumulano nei cassetti.

Exit mobile version