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Elon Musk vende X: l’operazione e i suoi effetti

Elon Musk vende X: l’operazione e i suoi effetti

La notizia è ridicolmente semplice: Elon Musk compra X da sé stesso. Un colpo di genio, non è vero? La startup xAi, guidata da questo imprenditore che sembra sempre più un personaggio da film di fantascienza che un reale innovatore, ha deciso di mettersi le mani su un social network dal valore della megagalattica cifra di 33 miliardi di dollari. Sì, avete capito bene, è la tipica mossa di un multitasking che straborda di megalomania.

Ma chi pensava davvero che questa fusione fosse una mossa di puro altruismo? Musk parla di “potenziale immenso”, ma chi non trarrebbe dal proprio cappello un coniglio se potesse controllare di nuovo uno dei social più popolari al mondo? Certo, X è diventato un “luogo digitale” per oltre 600 milioni di utenti, ma chi se ne frega? Invece di regalare questo potere a qualcun altro, lo tiene in casa, come un bambino che gioca con i propri giocattoli costosi.

xAi “è rapidamente diventato uno dei principali laboratori di intelligenza artificiale al mondo”? Queste affermazioni suonano più come un’auto-soddisfazione degna di un ragazzino che sfoggia il suo ultimo trofeo. La realtà è che questo “sistema innovativo” sta in piedi su promesse e fanfare, non su risultati tangibili. Ma, ehi, chi ha bisogno di coerenza quando la narrativa da seguire è così affascinante?

Musk ci assicura che il futuro di xAi e X è “interconnesso”. Davvero? O è solo un modo per giustificare un’operazione che grida “mi tengo tutto per me”? Invece di unire competenze, sembra più un circo in cui il clown si diverte a speculare su come far rimanere le cose nel proprio giardino.

E così, ancora una volta, vediamo la stupidità di una società in cui i miliardari si comportano come se avessero il diritto di possedere tutto e di decidere il destino di un’intera piattaforma, ignorando le lacrime di chi ha utilizzato quella piattaforma per esprimere pensieri e condividere storie. È una farsa senza fine, in cui i veri vincitori sono sempre i soliti noti.

Le “soluzioni possibili”? Magari un po’ di trasparenza o un intento genuino di servire gli utenti. Ma aspettatevi che queste idee brillanti finiscano nel dimenticatoio. Se a Musk e ai suoi amici interessassero davvero questi aspetti, non saremmo qui a ridere amaramente della loro follia.

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