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Energia alle stelle, case in tilt: lavatrici distrutte e caldaie in fumo a Ponte di Brenta, benvenuti nel caos quotidiano

Un quartiere tranquillo, un cantiere Enel e una mattinata che doveva essere solo “manutenzione ordinaria”. E invece? Lavatrici carbonizzate, caldaie esplose, caricabatterie ridotti a nulla e una popolazione più scintillante dell’intera rete elettrica nazionale. A Ponte di Brenta, un “piccolo errore” di collegamento durante l’intervento su una cabina ha trasformato il quartiere in una vera e propria zona franca del cortocircuito. Chi l’avrebbe mai detto che bastasse un cavo sbagliato per un’esplosione di caos domestico?
Sarà stato un assaggio di quella “modernità” tanto decantata: se accendi la luce, preparati a cambiare frigorifero. Nulla è più sicuro. Sembra la trama di un film horror di serie B, ma no, è la realtà quotidiana di chi abita sotto i fili elettrici di una manutenzione che nessuno ha chiesto.
Il domino del disastro: da via Smania fino all’Ikea
Non bastava la sfilza di orari e strade coinvolte nell’avviso formale – quelle da manuale che nessuno legge mai. L’energia impazzita ha deciso di fare il giro largo, investendo anche chi non era proprio sulla lista degli “eletti” per la black out party. In via Smania è letteralmente detonata una caldaia, altrove hanno ceduto climatizzatori, macchine del caffè e ovviamente i frigoriferi — addio gelato e surgelati, un semplice dettaglio! E chi sperava di sfuggire al caos con qualche gruppo di continuità a via Don Lago, ha assistito al macabro spettacolo dei propri alimentatori trasfigurarsi in torce vichinghe. Vintage? No, solo roba bruciata.
Un intervento “mirato”: la chirurgia elettrica senza anestesia
Naturalmente Enel è pronta a prendervi in giro con la storia del “componente danneggiato” durante la connessione del gruppo elettrogeno. L’intervento mirava a “migliorare la qualità del servizio”, cioè a quanto pare peggiorarla di almeno mille volte. Dai moccoli volati si capisce che la “qualità” è diventata un concetto astratto, quasi una barzelletta.
Loro stessi ammettono: “segnalate i danni, verificheremo tutto con calma”. Tradotto: “prendete appunti, ma non aspettatevi miracoli”. Intanto i cittadini si armavano di carta e penna per stilare un inventario – più che altro una necrologia degli elettrodomestici arresi – e incrociavano le dita affinché almeno gli scontrini non fossero evaporati nel blackout.
Il quartiere ora attende… la bolletta
A farne le spese non sono stati solo i privati, ma anche i negozi. Ma il vero protagonista della triste saga restano gli elettrodomestici morti sul campo. Nel frattempo, gli abitanti di Ponte di Brenta mediano sulla prossima dotazione indispensabile: gruppi di continuità, casco da guerra e incenso anti-panico. Perché quando la corrente elettrica decide di farsi notare, l’unico vero lusso rimane una presa che non sappia di bruciato. Ecco, benvenuti nello splendore dell’era moderna, dove accendere una luce può far saltare la banca… o almeno il frigorifero.